Si chiamava Frédéric Leclerc Imhoff: è l’ottavo giornalista ucciso in guerra
Si chiamava Frédéric Leclerc Imhoff ed era un giornalista freelance di 32 anni francese. Con lui salgono a 8 i giornalisti uccisi in Ucraina.
Il giornalista ucciso nel conflitto in Ucraina è un freelance di 32 anni.
Le schegge di una granata hanno perforato il blindato su cui viaggiava.
Sale a 8 il bilancio dei giornalisti uccisi durante il conflitto.
Un altro giornalista è stato ucciso in Ucraina. Si tratta del freelance francese Frédéric Leclerc Imhoff, secondo un tweet di Ukrainska Pravda, inviato del canale francese Bfm-tv. Sarebbe stato ucciso a Severodonetsk, città dell’Ucraina orientale situata nell’oblast di Luhansk.
Il ministero della Difesa ucraino ha diffuso la foto del suo accredito stampa, che è poi stato ripreso da diversi utenti sui social e da tutte le testate internazionali.
È stato il governatore della regione ucraina, Serhiy Gaidai, su Telegram, a raccontare come si sono svolti i fatti. Frédéric Leclerc Imhoff, 32 anni, è rimasto ucciso mentre seguiva l’evacuazione umanitaria nel Donbass: “le schegge di una granata hanno perforato l’auto blindata sulla quale si trovava il giornalista, accreditato per reportage sull’evacuazione, che ha ricevuto una ferita mortale al collo”.
Leclerc-Imhoff si trovava a Severodonetsk, per riprendere l’evacuazione di 10 persone, racconta l’inviato del Corriere della Sera, Stefano Montefiori. Il convoglio sul quale si trovava assieme ai civili ucraini è stato preso di mira dalle truppe russe, nonostante si trovasse nella zona concordata per l’evacuazione.
Il presidente della repubblica francese, Emmanuel Macron, ha dato la notizia presentando le proprie condoglianze “alla famiglia, alle persone care e ai colleghi di Frédéric Leclerc-Imhoff, che si trovava in Ucraina per mostrare la realtà della guerra”.
⚡️Russians shot at evacuation vehicle, killed French journalist Frédéric Leclerc Imhoff⚡️ pic.twitter.com/jo07fijfop
— Ukrainska Pravda in English (@pravda_eng) May 30, 2022
Il bilancio dei giornalisti uccisi sale a 8
Dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina il 24 febbraio scorso, la ong Reporters sans frontières ha contato circa 50 attacchi – qualificabili come crimini di guerra – contro 120 giornalisti.
Riprendendo i dati pubblicati dal Committee to Protect Journalists, ong americana con base a New York, i giornalisti uccisi durante il conflitto finora sono stati 7: 3 ucraini, un russo, un irlandese, uno statunitense e un lituano.
Nel momento in cui anche quest’ultimo caso verrà ufficializzato come vittima dalle forze russe, allora il bilancio dei giornalisti uccisi durante il conflitto in Ucraina salirà a 8, a cui si aggiungono 9 giornalisti feriti, 13 rapiti o detenuti in modo arbitrario e 4 torturati.
Mentre gli occhi del mondo sono puntati sulla guerra in Ucraina, pochi chilometri più ad ovest c’è una polveriera che rischia di esplodere. È l’autoproclamata Repubblica Moldova di Transnistria, patria di secessionisti che da più di trent’anni continuano ad aggrapparsi ai resti del sogno sovietico.
Nel suo discorso alla nazione Putin ha detto che la Russia sospende la sua partecipazione al trattato New Start. L’inizio di una nuova corsa alle armi nucleari?