Guerre, disuguaglianze e crisi climatica rallentano la corsa agli obiettivi di sviluppo sostenibile: solo il 19 per cento raggiungibili entro 5 anni.
Ora è chiaro. L’uscita allo scoperto del presidente siriano Bashar al Assad avvenuta a Pasqua nella città di Maalula, a maggioranza cristiana e da poco riconquistata dall’esercito governativo, era in realtà una mossa elettorale. La prima tappa di una campagna per riconquistare il consenso della popolazione che terminerà il 3 giugno, giorno in cui il
Ora è chiaro. L’uscita allo scoperto del presidente siriano Bashar al Assad avvenuta a Pasqua nella città di Maalula, a maggioranza cristiana e da poco riconquistata dall’esercito governativo, era in realtà una mossa elettorale. La prima tappa di una campagna per riconquistare il consenso della popolazione che terminerà il 3 giugno, giorno in cui il parlamento siriano ha indetto le elezioni presidenziali.
“Ho fissato la data per l’elezione di un presidente per la Repubblica Araba di Siria”, è l’annuncio fatto il 21 aprile dal presidente dell’assemblea Mohammad al Laham che non ha mai fatto riferimento alla guerra civile che da oltre tre anni sta uccidendo un paese, letteralmente. Secondo gli ultimi dati del Syrian observatory for human rights i morti sarebbero più di 140mila.
Finora nessuno si è candidato ufficialmente, ma la partecipazione di Assad, al potere dal 2000, sembra scontata. Così come una sua elezione. La decisione di indire elezioni in un momento di crisi gravissima è stata criticata dalle Nazioni Unite che da mesi stanno cercando di creare le condizioni per negoziare un accordo di pace tra le forze filogovernative e i ribelli. Il rischio, secondo gli osservatori internazionali, è che possano aumentare i momenti di tensione e di scontro.
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