Stop alle pellicce per Gucci. La moda si muove verso un futuro sostenibile e cruelty-free
Anche Gucci entra a far parte dell’ormai lunga lista di marchi che hanno scelto la tutela dei diritti degli animali dicendo addio alle pellicce.
Anche Gucci entra a far parte dell’ormai lunga lista di marchi che hanno scelto la tutela dei diritti degli animali dicendo addio alle pellicce.
L’ultima indagine negli allevamenti italiani di visoni mostra le condizioni di vita a cui questi animali sono costretti e sottolinea l’urgenza di una legge per vietarli. L’editoriale di Simone Montuschi, portavoce di Essere Animali.
Moda, etica e sostenibilità sono i tre elementi alla base del marchio Blood less fur. Per produrre pellicce nel totale rispetto degli animali e dell’ambiente.
Ci vogliono due minuti. Uno per guardare e condividere questo video che racchiude mesi di indagini con cui il team investigativo di Essere Animali è riuscito a documentare le condizioni dei visoni negli allevamenti italiani e la loro morte nelle camere a gas, anche grazie all’utilizzo di telecamere nascoste e un infiltrato. L’altro per firmare e diffondere
Armani ha deciso di eliminare le pellicce animali dai suoi prodotti. Secondo la Fur Free Alliance, si tratta di un “giorno storico” per la moda.
Lav rileva la presenza di sostanze tossiche in alcuni capi per bambini contenenti pelliccia. Il ministero della Salute ne vieta la vendita.
Anche Hugo Boss, marchio di moda noto in tutto il mondo, entra a far parte della Fur Free Alliance.
Da un’indagine Ispo Ricerche condotta per Lav in 6 Paesi europei, risulta che gli italiani sono i più propensi a rinunciare ai capi con materiali di origine animale.
Primi freddi, nuovi acquisti di cappotti e soprabiti pesanti. Come evitare di acquistare bordi di pellicciotto dei nostri amati animali domestici? Ecco come riconoscerli: nomi, etichette e norme generali.
Il governo canadese ha deciso. Nonostante le proteste dell’opinione pubblica riapre la caccia alle foche, e ai loro cuccioli. Perché, pare, gli rubano il pesce.