
Sempre meno neve, sempre più impianti sciistici abbandonati
In Italia sono 265 gli impianti ormai disuso perché non nevica più: rimangono scheletri e mostri di cemento. E l’esigenza di ripensare la montagna e il turismo.
In Italia sono 265 gli impianti ormai disuso perché non nevica più: rimangono scheletri e mostri di cemento. E l’esigenza di ripensare la montagna e il turismo.
La stazione sciistica dell’Alpe du Grand Serre, in Francia, è riuscita a non chiudere quest’anno solo grazie a una raccolta fondi.
Cambiamenti climatici e impatto sull’habitat impongono di ripensare la vita in montagna. E il turismo, che resta un grande volano economico.
Quando il paesaggio si copre di neve, il cantone svizzero del Vallese diventa una perfetta meta invernale, dove muoversi sci ai piedi o con i mezzi pubblici che raggiungono le vette più elevate.
Il riscaldamento globale ha spinto la Federazione internazionale dello sci e l’Organizzazione meteorologica mondiale a firmare un protocollo d’intesa.
Dopo anni di discussioni, il 26 aprile è stata messa la parola fine sul progetto volto a prelevare l’acqua dal lago Bianco, al Passo Gavia.
Al lago Bianco, nel bresciano, sono in corso i lavori di posa delle tubature per pompare acqua e trasformarla in neve artificiale. Le associazioni inviano una diffida.
Niseko, Toya-Usu e Shiraoi sull’isola di Hokkaido non sono mete per semplici turisti, ma per viaggiatori che vogliono entrare in contatto con le comunità.
Alcuni campioni dello sci alpino hanno inviato una lettera alla Fis chiedendo azioni concrete per contrastare la crisi climatica e l’assenza di neve.
Una pista da sci su due in Francia è chiusa per caldo eccessivo. E la situazione lungo la dorsale appenninica è giudicata “una calamità economica”.