Il clima impedisce lo sci dalle montagne francesi all’Appennino

Una pista da sci su due in Francia è chiusa per caldo eccessivo. E la situazione lungo la dorsale appenninica è giudicata “una calamità economica”.

Mentre gli Stati Uniti sono sferzati da una delle peggiori tempeste invernali della storia, in numerose regioni d’Europa si stanno sperimentando condizioni di caldo eccezionale. Tanto da incidere fortemente anche sugli sport invernali, a cominciare dallo sci.

Sui Pirenei impossibile sciare, difficoltà anche sulle Alpi francesi

A patire le conseguenze peggiori sono le montagne francesi. Nel periodo precedente e a cavallo delle festività natalizie, la colonnina di mercurio in numerose località transalpine è risultata, stabilmente, superiore ai 20 gradi centigradi. A livello nazionale, il 25 dicembre la temperatura è stata di 5,4 gradi al di sopra della media del periodo. Così, la metà degli impianti di risalita è stato costretto a chiudere.

“Avevamo cominciato le vacanze con una situazione buona, dopo un’ondata di freddo e delle precipitazioni nevose, ma a partire dalla settimana scorsa abbiamo visto arrivare solo caldo e pioggia”, ha spiegato Laurent Reynaud, dirigente dell’associazione dei gestori di impianti di risalita Dsf. I giorni di Natale sono risultati infatti in Francia i secondi più miti della storia, dal secondo Dopoguerra ad oggi.

“Uno sconvolgimento climatico per lo sci”

Una situazione che colpisce sia le Alpi che gli altri massicci: se nelle prime le chiusure sono limitate a circa il 25 per cento delle piste, nei Pirenei ben il 75 per cento risulta impraticabile. E anche laddove gli impianti sono aperti, le condizioni della neve sono scadenti. Esattamente come nei casi di Jura e Vosges. Per chi invece ha deciso di chiudere, a pesare è stata anche l’impossibilità di utilizzare neve artificiale.

La mancanza di neve sulle montagne francesi
I Pirenei francesi stanno sperimentando temperature particolarmente miti, incompatibili con gli sport invernali © Anne-Christine Poujoulat/Afp/Getty Images

Jean-Luc Boch, sindaco di La Plagne Tarentaise, stazione che raggiunge i tremila metri di altitudine, spiega: “Siamo preoccupati, la materia prima manca. Non sappiamo se potremo confermare le prenotazioni. Vedremo col passare del tempo, ma constatiamo difficoltà crescenti. La neve cade altrove, sui versanti esposti a nord. Questo sconvolgimento climatico ci costringe ad adattarci, anche sviluppando attività alternative allo sci”.

Federfuni: “L’Appennino è una montagna da salvare”

Esattamente ciò che accade anche in Appennino. L’associazione Federfuni che riunisce numerosi gestori di impianti sulla dorsale, e anche alcuni alpini, ha parlato di “calamità economica” facendo riferimento alla mancanza di neve. Chiedendo interventi a sostegno degli operatori e dei lavoratori: “L’Appennino è una montagna da salvare, anche per le anomale condizioni meteorologiche”.

Garmish, nelle Alpi tedesche, quasi priva di neve
La mancanza di neve rischia di rendere sempre più difficili gli sport invernali © Philipp Guelland/Getty Images

L’unica strada è un ripensamento delle attività. I cambiamenti climatici condanneranno inevitabilmente numerose stazioni sciistiche, a cominciare da quelle di media montagna. Uno studio apparso nel 2021 ha spiegato che, sulle Alpi, dal 1971 ad oggi si è perso già un mese di innevamento all’anno. Il riscaldamento globale è inesorabile.

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