Terra dei Fuochi e non solo: così l’Italia prova a fermare il traffico di rifiuti

Il Parlamento vara un giro di vite sull’abbandono e il traffico di rifiuti, 9 mesi dopo la condanna europea. Ma servono le bonifiche.

SI chiama Terra dei fuochi, perché richiama la drammatica situazione di quel tratto di terra tra le province  di Napoli e Caserta, in cui vivono 2.9 milioni di persone, deturpata dall’abbandono, l’interramento e la combustione illegale di rifiuti, spesso per mano della criminalità organizzata, ma in realtà la legge approvata da pochi giorni dal Parlamento punta a rafforzare la lotta contro i reati ambientali, in particolare quelli legati ai rifiuti, in tutta Italia. Lo fa introducendo nuove norme, inasprendo le sanzioni ai reati già esistenti e potenziando gli strumenti di controllo e prevenzione. L’obiettivo è duplice: tutelare l’ambiente e rendere più efficace la repressione delle attività illegali che alimentano traffici anche di stampa mafioso, inquinamento e degrado. Soprattutto, la legge interviene per porre una pezza dopo che la Corte europea dei diritti dell’uomo, lo scorso gennaio, aveva condannato l’Italia per inadempienze nel risanamento della Terra dei Fuochi, dando 2 anni di tempo per redigere una strategia nazionale di intervento.

Terra dei Fuochi e non solo, gli interventi contro il traffico di rifiuti

La parte più consistente della legge sulla Terra dei Fuochi modifica il Codice dell’ambiente, rendendo più severa la disciplina contro l’abbandono dei rifiuti. Da ora in poi infatti gettare spazzatura accanto ai cassonetti o abbandonare piccoli rifiuti passa da gesto di maleducazione a vero e proprio illecito amministrativo: che vuol dire? Che se colti in fragrante (o magari dalle telecamere) si potrà essere multati. E anche chi getta piccoli rifiuti dalla macchina in sosta o in movimento sarà punito dal Codice della strada. Se a commettere l’abbandono sono imprese o enti, scatterà un vero e proprio reato, con pene più pesanti.

Inoltre nascono due nuovi delitti: l’abbandono di rifiuti pericolosi e quello di rifiuti non pericolosi in “casi particolari”. Dove i casi particolari sono quelli per cui l’abbandono avviene in grandi quantità o su aree estese, con potenziale impatto ambientale; è ripetuto nel tempo, segno di una condotta sistematica e non episodica; coinvolge mezzi o strutture aziendali (camion, capannoni, terreni usati come discariche di fatto). Anche la gestione senza autorizzazioni di discariche o trasporti di rifiuti sarà punita più severamente. In alcuni casi, come per le discariche abusive, le condotte diventano veri e propri delitti, non più semplici contravvenzioni. Le imprese di trasporto che operano senza iscrizione all’Albo nazionale dei gestori ambientali rischiano la sospensione fino a due mesi e, in caso di recidiva, la cancellazione per due anni. Per le aziende responsabili di illeciti ambientali sono previste anche nuove aggravanti e, in caso di condanna definitiva, l’interdizione da licenze e contratti pubblici.

Roghi di rifiuti e indagini speciali

L'Italia condannata per il mancato risanamento della Terra dei fuochi
L’Italia condannata per il mancato risanamento della Terra dei fuochi © ANDREAS SOLARO/AFP via Getty Images

A proposito di fuochi: il reato di combustione illecita viene esteso anche ai casi in cui i rifiuti siano abbandonati in vista della successiva bruciatura. Le pene diventano più severe se i rifiuti sono pericolosi o se il rogo causa un incendio. Inoltre, la legge sulla Terra dei Fuochi amplia gli strumenti investigativi a disposizione delle forze dell’ordine: l’arresto in flagranza differita (non ‘sul fatto’ ma anche nelle ore successive) potrà essere applicato anche ai reati ambientali, facilitando l’intervento immediato delle forze dell’ordine; sarà possibile ricorrere a operazioni sotto copertura anche in questo ambito; i reati ambientali entrano tra quelli per cui si possono applicare le misure di prevenzione previste dal codice antimafia, comprese l’amministrazione giudiziaria delle aziende e la confisca dei beni. Il decreto rafforza anche la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche: se una società commette reati ambientali, rischia sanzioni pecuniarie più alte e restrizioni nelle attività.

Basta così? Non ancora

È sufficiente? Secondo Legambiente, una delle associazioni ambientaliste che sono state consultate dai parlamentari prima di stilare il testo di legge, si tratta di un passo importante a livello nazionale ma servono più risorse per garantire piena eco-giustizia a quei territori campani per troppo tempo martoriati da ecomafiosi e camorra, dove le bonifiche faticano ad arrivare. Alla Terra dei Fuochi vera e propria, infatti, sono stati destinati 15 milioni di euro, per il 2025, che serviranno a interventi nelle discariche e nei siti contaminati: i quali però, spiega Legambiente, “rappresentano solo il 50 per cento di quelle necessarie, a rimuovere le oltre 30mila tonnellate di rifiuti abbandonate. Per questo anciamo un appello a Governo e Parlamento affinché si impegnino a garantire quanto prima le risorse necessarie insieme a una programmazione puntuale per dare a questi territori così violentemente colpiti quello che gli spetta”. Ovvero, eco-giustizia e un nuovo futuro.

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