Tracciabilità e racconto di filiera sono il nuovo motore della moda

Un nuovo standard di tracciabilità per far fronte alle sempre più numerose richieste di trasparenza dei consumatori, è l’obiettivo di un nuovo studio delle Nazioni Unite.

co-autrice: Maria Teresa Pisani

Incrementare la tracciabilità e la trasparenza della catena del valore è diventata una priorità per il settore moda. Questo articolo presenta le conclusioni di Textile4Sdg12, uno studio preparatorio della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite (Unece) finalizzato a produrre strumenti per condizioni di lavoro dignitose, trasparenti e tracciabili.

Cresce la domanda di sostenibilità e credibilità

Alla Fashion week di settembre dello scorso anno, nel giorno di apertura della settimana della moda di Milano, il New York Times ha pubblicato un’inchiesta che getta una luce inquietante sulle pratiche di rinomati marchi di abbigliamento nel sud Italia. La nobilitazione e decorazione di un cappotto di lusso, venduto per 800-2.000 euro, richiede 4-5 ore di lavoro da parte di manodopera altamente specializzata. Le operatrici che lavorano in casa, molto spesso, però, guadagnano un massimo di 4-5 euro all’ora, pagati in nero, senza regolare contratto, assicurazione o contributi pensionistici. I marchi interessati hanno dichiarato di essere conformi alle pratiche di approvvigionamento etico e di aver inviato ispezioni regolari ai loro sub-fornitori.

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Questo evidenzia una criticità: catene del valore complesse e frammentate rendono estremamente difficile per i marchi e i produttori conoscere la storia dei propri prodotti, identificare esattamente dove si collocano i rischi e rispondere alla crescente richiesta da parte dei consumatori e della società civile di pratiche di produzione responsabili e sostenibili nel settore moda. Marchi, rivenditori, fornitori, produttori, distributori, fornitori di logistica e di soluzioni, enti normativi e consumatori hanno sempre maggior bisogno di informazioni rapide, accurate e complete a cui accedere senza soluzione di continuità attraverso solidi sistemi di tracciabilità.

Gli obiettivi del progetto Textile4Sdg12

Aiutare il settore moda a prendere decisioni consapevoli sui rischi ambientali e sociali della produzione e del consumo e ad operare secondo standard internazionali, aumentando la trasparenza nei confronti dei consumatori finali. Questo l’obiettivo del progetto Unece che viene implementato dal suo Centro delle Nazioni Unite per la facilitazione del commercio e l’e-business. L’output finale includerà lo sviluppo e la messa in opera di uno standard dell’Onu, valido per l’intero ciclo di vita dei prodotti e per la tracciabilità di catene del valore sostenibili nel settore.

Tracciabilità e trasparenza di filiera: due concetti che si integrano

In questo contesto, il Global compact definisce la tracciabilità come la capacità di identificare e tracciare la storia, la distribuzione, l’ubicazione e l’applicazione di prodotti, componenti e materiali, per garantire l’affidabilità delle dichiarazioni di sostenibilità negli ambiti diritti umani, lavoro (includendo salute e sicurezza), ambiente e anticorruzione. Questo richiede la collaborazione attiva dei partner appartenenti alla stessa rete produttiva.

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Il passo successivo è la trasparenza, che riguarda direttamente le informazioni rilevanti rese disponibili a tutte le parti e agli attori della catena del valore in modo standardizzato, consentendo comune comprensione, accessibilità, chiarezza e confronto.

Vantaggi derivanti dalla trasparenza e tracciabilità di filiera

Secondo l’Unece, diversi sono i vantaggi derivanti dalla trasparenza e dalla tracciabilità di filiera, ecco i principali:

  1. Fiducia dei consumatori, informazioni più accurate per i consumatori sulla sicurezza dei prodotti, grazie alla disponibilità di dati più solidi e completi utilizzati nei processi B2B e B2C, cioè di transizione dalle imprese verso altre imprese o verso i consumatori.
  2. Gestione del rischio di reputazione, informazioni più efficienti e accurate sulla sostenibilità e la responsabilità sociale delle imprese, risultanti da una maggiore trasparenza e dalla registrazione e condivisione automatizzata dei dati di tracciabilità.
  3. Gestione efficiente della filiera e delle risorse, risparmi sui costi derivanti da processi aziendali semplificati e automatizzati come la gestione delle scorte, ma anche da migliore informazione e controllo sull’uso delle risorse (acqua, energia, prodotti chimici, ecc.).
  4. Comunicazione potenziata con i partner commerciali, uno scambio di informazioni più accurato e completo a supporto di una migliore comunicazione e collaborazione, con i partner lungo l’intera filiera.
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Tecnologie “track and trace”

Lo standard sviluppato dal progetto sarà direttamente implementabile con le tecnologie di tracciabilità in grado di autenticare la catena di fornitura del prodotto dall’inizio alla fine. Esempi di tali tecnologie sono le etichette Rfid e Nfc e la tecnologia blockchain.

Le etichette Rfid, acronimo di radio frequency identification o identificazione a radiofrequenza, sfruttano una tecnologia che utilizza delle vere e proprie etichette elettroniche in grado di memorizzare dati e informazioni leggibili da un computer. La comunicazione è unidirezionale dall’etichetta verso il computer.

Le etichette Nfc, near field communication o comunicazione di prossimità, consentono una comunicazione wirless (senza fili) bidirezionale che permette a due dispositivi di creare una rete e scambiarsi reciprocamente informazioni.

Blockchain è un database distribuito, un elenco di record irrevocabili crittografati e condivisi con tutti i partecipanti ad una rete. Ogni record contiene un timbro temporale e collegamenti di riferimento alle transazioni precedenti. Con queste informazioni, chiunque disponga dei diritti di accesso può tracciare un evento transazionale, eliminando la necessità di un’autorità centrale che ne certifichi l’attendibilità.

 

 

 

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Blockchain sarà il nuovo internet?

Molti esperti ritengono di : eccone i motivi.

Tra i vantaggi rilevati, la tecnologia può supportare le aziende nella creazione di sistemi di tracciabilità della filiera trasparenti e non modificabili, consentendo un controllo dei partner responsabili della distribuzione e un monitoraggio del mercato grigio, migliorando la fidelizzazione dei clienti e stabilendo una connessione diretta con i clienti, indipendentemente dal canale di vendita. L’impossibilità di modificare il database può garantire, quasi nel 100 per cento dei casi, la provenienza dei beni.

Questa tecnologia crea ulteriori vantaggi per le aziende sostenibili che desiderano rendere nota la propria filiera, condividendo in piena trasparenza con i propri clienti informazioni sulle materie prime utilizzate e le condizioni di lavoro dei propri dipendenti, ed è considerata una delle tecnologie più promettenti per prevenire frodi e contraffazione. Il progetto Textile4Sdg12 contempla il lancio di un pilota per l’utilizzo della tecnologia blockchain a supporto dell’implementazione dello standard di tracciabilità che sarà sviluppato e messo in opera, entro il 2021.

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Le sfide di una catena del valore più tracciabile e trasparente

Tracciare la catena del valore è una sfida impegnativa a causa delle complessità organizzative e tecnologiche del settore. Ecco le principali sfide:

  • Frammentazione e complessità della rete commerciale, che è una rete sempre più globale con un minimo di quindici nodi produttivi, molteplici intermediari, soggetta a un’ampia gamma di regolamentazioni e standard a livello internazionale, regionale e nazionale.
  • Privacy e sicurezza dei dati, che per molti brand e aziende hanno un importante valore strategico e sono soggette a complesse norme sulla proprietà intellettuale.
  • Costi associati a risorse e tecnologie, necessarie alla raccolta e scambio di dati e informazioni.
  • Barriere tecnologiche, soprattutto per piccoli attori della filiera operanti in paesi meno avanzati.

I costi sono fonte di preoccupazione per molti attori che perseguono la tracciabilità, in particolare per le aziende, i marchi non integrati verticalmente e le piccole e medie imprese (pmi). La leadership e la collaborazione possono creare un incentivo per gli attori coinvolti a lavorare insieme con conseguente riduzione dei costi complessivi. Lo sviluppo di uno standard internazionale e il supporto alla sua implementazione, ha come obiettivo proprio quello di contribuire a ridurre tali costi.

Alcune buone pratiche della partnership e del racconto di filiera

Martine Jarlgaard London è stata fondata nel 2013 dalla designer MJ, che aveva precedentemente lavorato per marchi come Vivienne Westwood, All Saints e Diesel.

Si tratta di un laboratorio con sede nel Regno Unito focalizzato sull’intersezione tra sostenibilità, tecnologia, moda e arte. Forbes l’ha definita un pioniere tecnologico.


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L’azienda mira a distinguersi dalle altre imprese moda per due elementi fondamentali: attenzione alla sostenibilità e utilizzo delle nuove tecnologie. MJ è stata una delle prime a introdurre la tecnologia blockchain, la realtà aumentata e la realtà virtuale. Nel 2017, l’azienda ha implementato la tecnologia blockchain nella sua filiera con l’obiettivo principale di coinvolgere i consumatori finali, dando loro la possibilità di effettuare decisioni di acquisto informate tramite l’accesso a informazioni trasparenti sul prodotto e sul processo di fabbricazione.

La Sustainability map platform

Per integrare il lavoro dell’Unece per stabilire uno standard di tracciabilità globale per le catene del valore sostenibili nel settore dell’abbigliamento e delle calzature, il Centro per il commercio internazionale, l’Inland transport commitee (Itc), sta lavorando allo sviluppo di una piattaforma online per la mappatura della sostenibilità: la Sustainability map platform. Si tratta di un database liberamente accessibile che mappa gli standard di sostenibilità e consente alle aziende di capire dove si colloca il proprio codice di condotta, aprendo opportunità di approvvigionamento e creando parità di condizioni per quanto riguarda i criteri sociali e ambientali.

Questa iniziativa dell’Itc, in collaborazione con Unece e con il sostegno della Commissione europea, mira a rendere il settore più responsabile e trasparente. Lo standard di tracciabilità delle Nazioni Unite e la piattaforma online di mappatura della sostenibilità dovrebbero essere completati entro il 2021.

Il progetto Unece segna un percorso chiaro verso un futuro più sostenibile del settore moda: un nuovo standard di tracciabilità e trasparenza di filiera potrà garantire il progresso verso l’economia circolare e promuovere scelte di consumo responsabile in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda delle Nazioni Unite per il 2030.

Immagine in evidenza di Francesca Mariani

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