La mostra fotografica di ritratti ideata da Fondazione Bracco mette in risalto l’insostituibile apporto di professionalità e competenza che in Italia le donne scienziate danno alla comunità. Mai abbastanza sottolineato.
Una vita da scienziata non è solo una mostra fotograficadi ritratti, ma un prendere coscienza dell’eccellenza che il nostro paese può vantare: parliamo di 100 esperte donne che hanno preso parte al progetto artistico ideato e curato da Fondazione Bracco.Grandi professioniste in ambito Stem (science, technology, engineering and mathematics) – alcune delle quali ritratte dal fotografo Gerard Bruneau –contribuiscono con questa “azione artistica” a diffondere il superamento di pregiudizi nella pratica scientifica, che l’immaginario collettivo delinea ancora come prettamente maschile. In mostra è la competenza della donna, sino al 30 giugno al Cdi, Centro diagnostico italiano di Milano.
La scienza al femminile in Italia
Si parla di scienza, competenza e donne quando si parla di 100 donne contro gli stereotipi:un interessante progetto nato già nel 2016 da un’idea dell’Osservatorio di Pavia e dell’associazione Giulia in collaborazione con Fondazione Bracco. E non è semplice declinare al femminile la scienza, da sempre: per esempio, sapevate che dei 607 Nobel assegnati per materie scientifiche, solo 19 sono andati a donne? E che, si dice, uno dei due vinti da Marie Curie le sia stato “concesso” solo perché il marito lo “divideva” con lei? Sembra assurdo, ma ancora oggi dopo anni è necessario lottare contro la disparità di genere, anche quando il merito è manifesto e incontrovertibile. Qualcosa però si sta muovendo, tanto che l’Accademia svedese delle scienze si è impegnata affinché d’ora in poi sia tenuto in conto il sesso e la geografia dei candidati e delle candidate: è bene valorizzare e premiare l’eccellenza in ogni parte del mondo, tra uomini e donne.
Questa mostra fotografica è un buon modo per attirare l’attenzione, per far emergere una competenza che è già riconosciuta ma la cui diffusione risulta difficoltosa. Nei mezzi d’informazione infatti, specie in Italia, quando si affrontano temi scientifici quasi mai è chiesto il parere di un’esperta donna. I ritratti realizzati dal fotografo Bruneau e la conseguente mostra sono solo parte di un progetto più ampio che vuole essere anche concreto. Tanto che da 100 donne contro gli stereotipi è nata anche una banca dati online in cui sono raccolti i profili eccellenti di esperte in vari settori del sapere, tra cui le biologhe, chimiche, farmacologhe, ingegnere, astrofisiche, matematiche, chirurghe, paleontologhe e informatiche fotografate per la mostra milanese.
Ciò che è chiaro osservando i ritratti delle esperte in materie scientifiche è che lo scopo dell’intera operazione non è certo apparire o mostrarsi, ma forse uscire allo scoperto, facendolo con grande ironia e spirito. Diffondere la cultura scientifica è necessario, specie in un’epoca come la nostra dove è disponibile e accessibile a tutti una grande quantità d’informazioni, senza però conoscerne ed essere certi della veridicità. Essere informati sulla scienza è possibile, anche per i non addetti ai lavori.
Le donne forse in questo hanno una marcia in più: sono in grado di comunicare con maggior facilità e sanno coinvolgere con entusiasmo chi le ascolta. Come avrebbero reagito per esempio degli scienziati uomini nell’essere fotografati da un grande professionista? Sarebbero stati così autoironici? Il risultato esposto in mostra riesce a diffondere con maestria, non solo fotografica, la scienza al femminile ed è quindi un successo. La dottoressa Patrizia Caraveo, astrofisica e modella per un giorno ha dichiarato in merito all’esperienza: “queste immagini sono importantissime perché immortalano la gioia che proviamo ogni giorno facendo il nostro lavoro. Siamo felici di farlo e ci sentiamo fortunate”.
Un mare in tempesta fomentato da tuoni e fulmini si abbatte sulla riserva naturale orientata Bosco Pantano di Policoro, in Basilicata. Questa è la scenografia rappresentata nella foto vincitrice del primo premio Mother Earth day della 15esima edizione del prestigioso concorso Obiettivo Terra. Brigida Viggiano, la fotografa che si è occupata di immortalare questo scatto, ha
Tracey Lund era in vacanza alle isole Shetland, a nord della Scozia, e ne ha approfittato per una sessione fotografica. “La fotocamera dslr presa a noleggio, nella custodia impermeabile, è stata collegata al sistema polecam e calata in acqua. Migliaia di sule erano nel cielo sopra di noi e poi hanno iniziato a tuffarsi in
Quando l’arte trova “casa” nel paesaggio, possono nascere luoghi di racconto che vanno al di là delle opere stesse. Il risultato è spesso sorprendente.
“Guarda qui, questa è la zampa di un cucciolo di rinoceronte, usata come portamatite: le persone non sanno che esiste un mercato del genere. Sì, magari vedono le foto sui social dei cacciatori in posa col proprio trofeo di caccia, ma non pensano che qualcuno sia in grado di fare questo”. Britta Jaschinki, fotografa-attivista di
Gyula Halasz è il suo vero nome, ma per tutti è solo Brassai. Il fotografo naturalizzato francese — che in realtà francese non è — è stato definito l’occhio di Parigi, perché qui visse a lungo, considerandosi a pieno un suo cittadino e lasciando come testimonianza del suo profondo legame con la città, alcuni reportage
Al Mudec di Milano un percorso espositivo analizza le influenze dell’arte primitiva nelle opere dell’artista spagnolo. Per sapere tutto su Pablo Picasso.