La ricerca di antibiotici naturali è un campo proficuo per la cura e la prevenzione delle malattie infettive. Le evidenze attuali suggeriscono possibilità interessanti.
Una molecola per il buon umore
La molecola, scoperta dalla scienza, si chiama serotonina, abita tra le foreste dei neuroni cerebrali e di professione fa la messaggera.
La scienza segue percorsi che la poesia non capisce. Eppure,
è necessario smontare anche la Venere di Botticelli, per
scoprire il segreto della seduzione primaverile e capire come operi
sul nostro corpo. Certo, una volta in pezzi il meccanismo non ha
più lo stesso fascino di un sonetto del Petrarca, ma ci
regala in compenso un’emozione diversa, ugualmente commovente:
quella di un organismo perfettamente armonico, in sintonia con i
cicli della natura, dove ogni molecola danza i passi di una
coreografia studiata nei minimi dettagli.
La moderna fata, scoperta dalla scienza, si chiama serotonina,
abita tra le foreste dei neuroni cerebrali e di professione fa la
messaggera. In altre parole è un neurotrasmettitore la cui
secrezione è potentemente stimolata dalla luce, fattore che
dagli organi di senso (pelle e occhi) attraverso il sistema nervoso
periferico raggiunge il cervello sotto forma di percezione.
Benché la ricerca non abbia ancora completamente chiarito
l’azione esercitata dalla luce solare sul cervello, è stato
comunque accertato che l’area cerebrale coinvolta nella produzione
della serotonina sia l’ipotalamo e come, ad un aumento della sua
secrezione, corrisponda un miglioramento del tono dell’umore e
della capacità di concentrazione. Un meccanismo sfruttato da
alcuni potenti farmaci antidepressivi, quale il discusso Prozac,
che, infatti, inducono un aumento dei livelli di serotonina.
Alcuni studi ben documentati hanno rilevato:
- una diminuzione del tono dell’umore man mano che ci si
allontana dall’equatore; ovvero si assiste ad un maggior numero di
persone tristi nelle regioni nordiche che in quelle
meridionali; - un aumento della voglia di vivere in estate, rispetto
all’inverno; - variazioni dell’umore e dell’efficienza nelle persone che
vivono gran parte della giornata in ambienti illuminati
artificialmente; - un vero e proprio “disturbo dell’umore ad andamento stagionale”
o SAD, Seasonal Affective Disorder, come lo definiscono gli
americani, caratterizzato da un peggioramento vistoso dello stato
d’animo nel periodo autunno-inverno in soggetti particolarmente
sensibili.
Licia Borgognone
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