
Mentre la Spagna aggiorna le leggi che tutelano i diritti civili delle persone trans, l’Italia si limita a singoli interventi legislativi.
Il leader di Voluntad Popular è stato giudicato colpevole di aver istigato alla violenza nel corso delle manifestazioni antigovernative del 2014.
Il leader dell’opposizione venezuelana, Leopoldo Lopez, detenuto dal febbraio del 2014, è stato condannato a tredici anni, nove mesi e sette giorni di reclusione. L’uomo è stato infatti giudicato responsabile di aver incitato alla violenza nel corso della dura contestazione antigovernativa che si è svolta nella prima metà del 2014.
Lopez, 44enne, è il fondatore del partito Voluntad Popular, che ha sostenuto il movimento soprannominato “La Salida”, sceso in piazza un anno e mezzo fa per reclamare le dimissioni del presidente in carica, il socialista Nicolas Maduro. Le manifestazioni non si arrestarono per mesi, tra febbraio e maggio, e sfociarono nella violenza, provocando la morte di 43 persone, nonché centinaia di feriti. Secondo i giudici del distretto di El Hatillo, a Caracas, «le dichiarazioni rese da Lopez attraverso i mezzi di comunicazione e i social network hanno incitato i suoi sostenitori a comportamenti violenti, oltreché a non riconoscere più le istituzioni dello Stato».
«Se la sentenza sarà di condanna, avrete più paura voi a leggerla che io ad ascoltarla, perché sapete che sono innocente», avrebbe dichiarato il numero uno di Voluntad Popular nel corso del dibattimento, secondo quanto riferito da una persona presente. Mentre i legali del condannato hanno parlato di irregolarità e di mancanza di indipendenza da parte dei magistrati. Un’accusa che la stampa non ha potuto verificare, dal momento che – secondo quanto riportato dall’agenzia France Presse – ai media è stato vietato l’accesso al tribunale durante le udienze. Fatto che ha suscitato la reazione della comunità internazionale: un portavoce dell’Unione europea ha dichiarato che i giudici «non hanno fornito alla difesa garanzie adeguate di trasparenza».
Secondo José Miguel Vivanco, responsabile delle Americhe per l’ong Human rights watch, si tratta di “uno scandalo che prova la mancanza di tutele per chi critica il governo”. E c’è anche chi ha sottolineato come la condanna arrivi a pochi mesi dalle elezioni parlamentari, previste per il prossimo 6 dicembre, in vista delle quali i sondaggi danno l’opposizione favorita, nonostante le divisioni interne. L’obiettivo di Lopez e dei suoi sostenitori è uscire vincitori dalle urne, e approvare immediatamente una legge di amnistia che consentirebbe la sua scarcerazione.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Mentre la Spagna aggiorna le leggi che tutelano i diritti civili delle persone trans, l’Italia si limita a singoli interventi legislativi.
Istituita ufficialmente nel 2002, la Corte penale internazionale giudica su crimini gravi sui quali la giustizia ordinaria non vuole o non può indagare.
Il crimine contestato al presidente russo riguarda la deportazione illegale della popolazione, soprattuto dei bambini ucraini.
Alcune immagini per ripercorrere le tappe fondamentali del viaggio istituzionale del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in Kenya.
Una delle peggiori situazioni umanitarie al mondo. Il terremoto costringe la Siria ad affrontare un’altra crisi e Avsi si occupa di sostegno e cure.
Chiesta la pena di morte per i sei responsabili della morte dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio in Congo. Contraria la famiglia.
Il rapporto sulle donne detenute in Italia di Antigone mostra un sistema penitenziario declinato al maschile. Ma presenta proposte concrete per migliorare condizioni e diritti.
Il numero di donne incinte o neomamme che soffrono di malnutrizione è salito del 25%. Per l’Unicef si tratta di “una crisi ignorata”.
In occasione dell’8 marzo, abbiamo chiesto a 8 donne startupper di dare tre consigli alle loro stesse di ieri, di oggi e di domani.