In questi giorni 536.000 studenti stanno affrontando l’esame di maturità e alcuni di loro, dopo aver superato la prova di italiano e quella di indirizzo, porteranno all’esame orale anche la propria esperienza in Vidas. Sì perché gli studenti verranno interrogati anche in merito al Percorso per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto), prima noto con il nome di “alternanza scuola lavoro”, con una breve relazione da parte del candidato sulla prima esperienza lavorativa vissuta.
Il Pcto è progetto del Ministero dell’Istruzione introdotto con la legge 107/2015 e obbligatorio per tutti gli studenti dell’ultimo triennio delle scuole superiori, con l’obiettivo di avvicinarli al mondo del lavoro. Le ore complessive di alternanza (che variano in base all’indirizzo scolastico) possono essere svolte presso imprese, aziende, enti culturali, ordini professionali, istituzioni, associazioni sportive e di volontariato, tra cui appunto anche Vidas.
Dal 2017, infatti, come parte del progetto di sensibilizzazione rivolto alle generazioni più giovani sui temi della cura, della separazione, dei limiti e della malattia, Vidas ha accolto studenti di vari indirizzi per svolgere il loro percorso formativo nella sede amministrativa e negli hospice Casa Vidas e Casa sollievo bimbi.
Studenti alla scoperta di VIDAS
Dopo anni di fermo e restrizioni a causa della pandemia, questa primavera in Vidas è finalmente ripresa l’alternanza scuola-lavoro, una delle attività del progetto giovani a cui l’organizzazione presta particolare attenzione. Bianca, Gaia, Giulia e Mia sono quattro studentesse del Liceo Agnesi di Milano che hanno fatto una scelta insolita e coraggiosa per tante persone della loro età: hanno scelto di svolgere le loro ore in un percorso che le ha portate ad interagire con pazienti adulti e pediatrici e a scoprire il mondo delle cure palliative.
Il ricco calendario di attività ha permesso loro di avvicinarsi a tutte le professioni sanitarie che compongono le équipe di Vidas: medici, infermieri, educatori, assistenti sociali, fisioterapisti. Hanno scoperto il ruolo del Terzo Settore, di come una realtà come questa abbia tante attività organizzative e amministrative che servono a garantire il funzionamento della sua macchina.
Ma soprattutto hanno potuto, guidati dalla preziosa assistenza dei volontari, stare vicino ai pazienti degli hospice Casa Vidase di Casa sollievo bimbi.
Aspettative e realtà
“All’inizio pensavo che fosse un luogo un po’ triste, sofferente” dice Mia. “Io invece temevo che avremmo passato le giornate a fare fotocopie”, le fa eco Bianca. Ma la realtà è stata ben diversa. “Abbiamo trovato un ambiente organizzato, luminoso e pieno di vita,” dice Gaia, e Giulia aggiunge: “C’è stata molta attenzione nei nostri confronti e per vivere al meglio l’esperienza ci è stato fornito un programma ben strutturato e pieno di attività che attività che ci hanno permesso di vivere la realtà di Vidas a tutto tondo.”
Tutte le studentesse sono concordi nel dire che è stata un’esperienza profonda e inaspettata, come riportato nella valutazione di fine percorso: “Questa esperienza ci ha insegnato a prenderci cura delle persone, a guardarci negli occhi, a saper comunicare con il corpo, ad apprezzare ogni singolo momento della vita, perché tutti abbiamo qualcosa da raccontare. Abbiamo imparato ad avere rispetto degli altri e dei loro limiti che anche la semplice presenza per chi soffre può significare tutto.”
L’associazione sta inoltre costruendo insieme a La Fabbrica, gruppo leader nell’ideazione e nello sviluppo di percorsi di comunicazione educativa e formativa con i giovani e le famiglie, un percorso di Pcto dal titolo “Persone al centro. Terzo settore, professioni e opportunità”. Il Pcto sarà in modalità online, quindi fruibile dai ragazzi di tutta Italia. Un’occasione importante per far conoscere ai giovani il mondo del Terzo Settore, le cure palliative e l’organizzazione di Vidas. Scopri di più su www.vidas.it
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