
L’Italia bandisce dai documenti della Pubblica amministrazione la parola “razza”, ormai scientificamente inadatta: al suo posto si userà “nazionalità”.
L’Italia è il primo paese ad avere un testo unico sul vino: meno burocrazia, più controlli, etichette più chiare, lotta alla contraffazione i punti chiave.
La prima legge italiana sul vino è stata approvata in via definitiva. E così, come diceva in una intervista il segretario generale dell’Unione italiana vini Paolo Castelletti, l’Italia è il primo paese ad avere un testo organico e avanzato su questo tema. D’ora in poi il nettare degli dei diventa per legge “un patrimonio culturale nazionale da tutelare e valorizzare negli aspetti di sostenibilità sociale, economica, produttiva, ambientale e culturale” con tutto quel che ne consegue: semplificazione della burocrazia, maggiori controlli, tutela delle denominazioni d’origine, delle indicazioni geografiche e delle etichette. In una parola: del made in Italy.
#vino, #Coldiretti: via libera a testo unico, si dimezza burocrazia in settore che vale 10 miliardi dove lavorano 1,3 milioni di persone pic.twitter.com/s5rnNCi5WV
— Coldiretti (@coldiretti) 28 novembre 2016
La legge si concentra su un’operazione di semplificazione e snellimento importante, in un settore che, come in molti altri del comparto agricolo, costringe i produttori a spendere più un quarto delle giornate lavorative, circa cento all’anno, nell’adempimento di pratiche burocratiche, proprio a causa della mancanza di un testo che raccogliesse tutte le normative sul vino. Tra le novità apportate dalla riforma è prevista una disposizione sulla salvaguardia dei vigneti storici al fine di promuovere interventi di ripristino recupero e salvaguardia di quei vigneti che insistono su aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico o aventi particolare pregio paesaggistico. Inoltre si interviene anche, con controlli e sanzioni più precise, sulla tutela del prodotto contro la contraffazione, con la creazione di un registro unico di controlli sulle imprese del settore vitivinicolo.
Insomma, per dirla come il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, “un risultato importante che permette ai produttori di avere una sola legge di riferimento con 90 articoli in grado di riassumere tutta la normativa precedente. Meno burocrazia, informazioni più chiare e trasparenti per i consumatori e un sistema di controlli sempre più efficace. Perché vogliamo contribuire a rafforzare la crescita di un settore che già oggi vale più di 14 miliardi di euro, con un export che supera i 5,5 miliardi”. Ma la stessa cosa la dicono anche tutte le associazioni del settore, che sin dall’inizio hanno contribuito alla creazione di un testo che, per una volta, sembra davvero condivisa dagli addetti ai lavori.
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