Mali, assaltato l’hotel Radisson di Bamako

Un gruppo armato ha assaltato l’albergo, frequentato soprattutto da stranieri, nella capitale del Mali. Almeno tre i morti accertati.

ore 17.45

I morti accertati dalle autorità sarebbero almeno 27, secondo Reuters

ore 16:50

Secondo il quotidiano francese Libération, il blitz sarebbe concluso. L’agenzia Afp parla di diciotto corpi ritrovati all’interno dell’hotel Radisson. Gli altri ostaggi sono stati tutti liberati.

 


 

Almeno 170 persone sono state prese in ostaggio nella mattinata di venerdì 20 novembre all’hotel Radisson di Bamako, la capitale del Mali. Secondo quanto riportato dai media internazionali, ad assalire l’albergo è stato un piccolo commando di jihadisti arrivato a bordo di una vettura con tarda diplomatica. L’emittente televisiva France24, riferendo fonti del ministero della Sicurezza maliano, ha spiegato che un blitz effettuato da forze speciali americane e francesi ha consentito di liberare finora 73 persone. I morti accertati sono tre, ma si teme un bilancio più pesante.

L’assalto è stato rivendicato dal gruppo integralista islamico Morabitun, affiliato ad Al Qaeda. I terroristi sarebbero entrati nell’albergo gridando “Allah Akbar” (“Allah è grande”), ma alcuni testimoni dicono di aver sentito gli assalitori esprimersi in inglese. È stato riportato, inoltre, che il gruppo avrebbe deciso di liberare alcune persone in grado di recitare dei versi del Corano.

 

 

La scelta dell’obiettivo appare evidente: l’hotel è situato in un settore frequentato da numerosi stranieri. Al momento dell’assalto, erano presenti nell’albergo, tra gli altri, sette cittadini cinesi, quattro belgi, due tedeschi, sette algerini, sei americani, venti indiani e sette turchi. Nelle 190 camere c’erano inoltre dodici dipendenti della compagnia aerea Air France, che sono stati tratti in salvo. Allo stesso modo, sono stati evacuati cinque membri di equipaggi della Turkish Airlines. Un giornalista presente sul posto, poco dopo le 15, ha riferito tuttavia che il blitz dei militari occidentali, coadiuvati dalle forze di polizia maliane, è ancora in corso.

Da tempo, ormai, il Mali vive una situazione molto complessa sul piano interno. Nel gennaio del 2012 la rivolta dei Tuareg del Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad portò alla destituzione del presidente Amadou Toumani Tourè. I ribelli riuscirono ad impossessarsi di una vasta porzione settentrionale dello stato africano. Ad un anno dall’inizio delle ostilità, la Francia decise di intervenire militarmente, lanciando l’operazione Serval. Sei mesi più tardi, nel luglio del 2013, il comando è stato lasciato ai caschi blu delle Nazioni Unite, che hanno avviato l’operazione Minusma. Ciò ha consentito di effettuare delle elezioni, ma la situazione appare lontana dall’essere pacificata. Come dimostrato dalla cronaca odierna.

 

Foto di apertura: ©Moussa Kondo via Twitter

 

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