Guerre, disuguaglianze e crisi climatica rallentano la corsa agli obiettivi di sviluppo sostenibile: solo il 19 per cento raggiungibili entro 5 anni.
Il Nebraska, uno stato americano guidato dal Partito repubblicano, ha abolito la pena di morte. La decisione di mandare in pensione il boia per sempre è arrivata grazie a un voto del parlamento che ha superato il veto posto in precedenza dal governatore Pete Ricketts che si era schierato a favore delle esecuzioni capitali.
Il Nebraska, uno stato americano guidato dal Partito repubblicano, ha abolito la pena di morte. La decisione di mandare in pensione il boia per sempre è arrivata grazie a un voto del parlamento che ha superato il veto posto in precedenza dal governatore Pete Ricketts che si era schierato a favore delle esecuzioni capitali.
Il veto è stato superato grazie a 30 voti su 49. È la seconda volta che uno stato americano guidato da un governatore repubblicano abolisce la pena di morte. La prima spetta al North Dakota, nel 1979. Quello stesso anno proprio il Nebraska ci provò una prima volta, ma i voti raccolti non furono sufficienti ad avere la meglio sul veto dell’allora governatore Charles Thone, anch’egli repubblicano.
L’ultima pena capitale eseguita in Nebraska con sedia elettrica risale al 1997. Da allora nessun altro detenuto è entrato nel “braccio della morte”. Ora la pena più pesante possibile è l’ergastolo senza la possibilità di ottenere sconti. Il numero di stati americani “abolizionisti” sale a quota 19.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
![]()
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Guerre, disuguaglianze e crisi climatica rallentano la corsa agli obiettivi di sviluppo sostenibile: solo il 19 per cento raggiungibili entro 5 anni.
Sono passati 10 anni da quando l’Onu ha fissato gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, inizia il countdown: ASviS fa il punto della situazione.
Tra inflazione e tagli agli aiuti, i progressi per azzerare la fame nel mondo sono ancora troppo lenti. Lo testimonia il rapporto Sofi2025.
Il futuro dei nomadi dell’India, i Fakirani Jat e i Rabari, è incerto. Tra tensioni geopolitiche e un clima che cambia, il patrimonio antropologico delle popolazioni nomadi è a rischio.
Uno studio di Ipes-Food rivela fino a che punto la produzione di generi alimentari sia legata ancora ai combustibili fossili.
Descritto dai dati delle piattaforme Microsoft, il lavoro d’ufficio è un flusso incessante di mail, riunioni e notifiche che soffocano la concentrazione.
La pista da bob di Cortina, dopo mesi di polemiche, è stata effettivamente costruita. Il commissario di Governo Simico racconta come ha portato in porto il progetto.
Troppe generalizzazioni, troppo spazio a guerre e povertà, poco ad ambiente e cultura e alle voci vere: lo dice il rapporto di Amref e Osservatorio Pavia.
Nel 2024 spesi 2.718 miliardi di dollari in armi, in un clima crescente di tensione. E le guerre rischiano di trasformarsi in profezie che si avverano.