Cop28

Parigi 2015, mobilitiamoci per il clima. Decine di organizzazioni italiane unite contro i cambiamenti climatici

La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di Parigi (Cop 21) fissata a dicembre si avvicina e il mondo delle associazioni italiane ha deciso di fare la sua parte. Nasce così Parigi 2015: mobilitiamoci per il clima, una coalizione di più di 50 organizzazioni e comitati, da Slow Food a Greenpeace, dal Wwf alla

La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di Parigi (Cop 21) fissata a dicembre si avvicina e il mondo delle associazioni italiane ha deciso di fare la sua parte. Nasce così Parigi 2015: mobilitiamoci per il clima, una coalizione di più di 50 organizzazioni e comitati, da Slow Food a Greenpeace, dal Wwf alla Cgil, da Coldiretti al Touring Club, il cui obiettivo è sensibilizzare le persone e mobilitare le istituzioni, a partire dal governo, sul tema del riscaldamento globale e dei suoi effetti sull’ambiente e sulle persone.

 

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Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha già twittato il suo apprezzamento dichiarando che la “coalizione italiana #Parigi2015 è un’ottima iniziativa”. Galletti ha anche fatto sapere che, durante il semestre dell’Expo, verso fine ottobre, si terrà in Italia l’ultimo incontro prima della Cop 21 di Parigi per cercare di facilitare e dare un’ultima spinta ai negoziati in vista dell’accordo globale sulla riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera.

 


 

Un obiettivo che si può raggiungere solo dialogando con gli altri paesi e le altre organizzazioni che agiscono sul territorio dell’Unione europea perché, come si legge nel comunicato, “i cambiamenti climatici rappresentano oggi un’emergenza globale e locale, che mette a rischio la vita di persone, specie ed ecosistemi”.

 

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La sfida per il clima è una questione ambientale, ma anche sociale. Una questione di giustizia ed equità perché in gioco c’è l’accesso all’acqua e al cibo, c’è la perdita di territori e l’aumento delle migrazioni per motivi ambientali. Raggiungere un accordo globale soddisfacente alla fine della Cop 21 è possibile, ma c’è bisogno dell’impegno e della pressione costante di chi può tenere alta l’attenzione sul tema.

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