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Cos’è la biodiversità alimentare e perché sta sparendo. Le specie animali e vegetali sono in pericolo, così come il futuro dell’uomo e dell’ambiente.
Per diversità biologica o biodiversità si intende l’insieme di caratteristiche diverse proprie degli organismi viventi di ogni origine; la biodiversità cioè rappresenta il patrimonio genetico dell’ecosistema terra. Le risorse genetiche costituiscono la base biologica per l’agricoltura e l’allevamento e in pratica per il sostentamento presente e futuro dell’uomo; è in questo caso che si parla di biodiversità alimentare.
Purtroppo oggi questo patrimonio genetico, questa diversità di forme di vita è sempre più minacciata e rischia di assottigliarsi sempre più con conseguenze imprevedibili per l’intera umanità. Attualmente le varietà coltivate si riducono a poche decine di ibridi e incroci, creati per venire incontro alle necessità dell’agricoltura intensiva per la quale sono molto importanti il risultato quantitativo e la regolarità della produzione.
L’agricoltura intensiva su larga scala ha soppiantato la coltivazione delle sementi “antiche”, sostituendole con gli ibridi “moderni” più adatti per sopportare i trattamenti chimici e gli standard della produzione su larga scala (monocoltura, meccanizzazione, raccolta prematura e così via). Purtroppo negli ultimi 50 anni, secondo le ultime stime, sono scomparse dal pianeta circa 300.000 varietà vegetali. Questo processo si è intensificato negli ultimi anni e si pensa, a ragion veduta, che circa un quinto delle specie vegetali ed animali non sopravviverà a lungo.
Del resto, l’uso massiccio della chimica in agricoltura ha dimostrato di presentare diversi svantaggi: il numero delle malattie parassitarie dovute a virus, batteri e funghi è costantemente aumentato; inoltre, con l’introduzione di varietà seminative estranee a quelle locali, una certa quantità di virus e batteri è passata da un continente all’altro portando gravi squilibri agli ecosistemi agricoli.
La progressiva erosione genetica (graduale scomparsa delle specie animali e vegetali) potrebbe provocare danni incalcolabili all’ambiente e all’uomo, in quanto una volta ridotto drasticamente il patrimonio genetico, verrebbero a mancare quelle capacità naturali e spontanee di trasformazione e adattamento evolutivo alle diverse condizioni presenti e future del pianeta.
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