9 lupi, 5 grifoni e 2 corvi avvelenati sugli Appennini

Alle soglie del Parco nazionale d’Abruzzo sono stati ritrovati i corpi di lupi, grifoni e corvi imperiali. Sono morti dopo aver ingerito bocconi avvelenati.

  • Morti nove lupi, cinque grifoni e due corvi imperiali a causa di bocconi avvelenati.
  • Perché uccidere quando ci sono gli indennizzi?
  • Trovare i colpevoli non sarà semplice.

Una settimana molto triste per il Parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm). Durante le attività di monitoraggio nelle aree del parco, i membri del personale delle associazioni Rewilding Apennines e Salviamo l’orso hanno ritrovato diverse carcasse di animali, per la precisione: nove lupi, cinque grifoni e due corvi imperiali. I carabinieri forestali e la procura della repubblica hanno aperto un’indagine stabilendo che le morti sono avvenute dopo aver ingerito bocconi avvelenati.

Avvelenati nove lupi, cinque grifoni e due corvi

Ci troviamo a Cocullo in provincia dell’Aquila, uno spartiacque tra le valli del Giovenco, Subeacquana e Peligna e importantissimo corridoio ecologico naturale tra il Pnalm e il parco regionale del Sirente-Velino, dove nel giro di una settimana è stato quasi sterminato il branco di lupi che risiedeva nella zona di Olmo di Bobbi, insieme a cinque grifoni e due corvi imperiali. Bocconi farciti con sostanze chimiche velenose non hanno lasciato scampo a questi poveri animali.

lupi e grifoni ucciso

Un’inutile “pulizia di primavera”

Anni fa si parlava di “pulizie di primavera”, con questo termine, usato dagli allevatori di una volta, si indicava l’eliminazione degli animali “nocivi” così da lasciar pascolare indisturbato il proprio gregge. Gli attacchi dei predatori causavano ingenti perdite ma soprattutto non esisteva alcun tipo di indennizzo. Al contrario, oggi, gli indennizzi per i danni provocati dalla fauna alle attività agricole e zootecniche esistono, e servono proprio per evitare i potenziali conflitti tra l’uomo e gli animali. La strategia di indennizzo per gli allevatori e agricoltori, dagli anni settanta quando è entrata in azione, è stata un’efficace strumento di conservazione per i grandi predatori come il lupo e l’orso bruno marsicano, oltre alle diverse specie di rapaci. Anche se il territorio del comune di Cocullo si trova al di fuori dei confini del parco, è inclusa nell’area contigua del Pnalm e quindi i suoi allevatori godono della possibilità di indennizzo per i danni della fauna. Allora, ci si domanda in molti, perché questa violenza, perché farsi giustizia in questo modo così crudele, perché i bocconi avvelenati?

Trovare i colpevoli sarà un’impresa

Non sarà facile trovare i colpevoli perché, come ha dichiarato Luciano Sommarone, direttore del Pnalm, “non c’è una pistola fumante”. Inoltre, ha proposto di adottare la stessa strategia utilizzata per gli incendi boschivi, ovvero vietare tutte le attività come pascolo, caccia e raccolta del tartufo, così da colpire indirettamente i criminali colpevoli. Anche la deputata Michela Vittoria Brambilla, presidente della lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, ha chiesto delle punizioni severe per chi compie tali reati, soprattutto per l’uso di sostanze tossiche, dannose anche per l’uomo, e per questo presenterà denuncia.

Questa triste notizia arriva in un momento in cui il fragile rapporto uomo-animale è sempre di più messo in discussione. Non bisogna però permettere a dei criminali di macchiare con le loro stragi un luogo considerato il simbolo della convivenza tra uomo e animali selvatici.

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