Mentre anche a ottobre le immatricolazioni auto calano, con l’elettrico fermo al 4%, l’offerta cresce, con modelli come Opel Grandland che offrono fino a 700 km di autonomia.
Aceman, la Mini (elettrica) che non c’era
Mini fa un altro passo verso la transizione ecologica del marchio; come va e cosa offre la Aceman, elettrica compatta a metà fra Cooper e Countryman.
Qualcuno la chiama già la Mini che non c’era. In effetti la Aceman idealmente si pone in mezzo agli altri due modelli elettrici del marchio, la Cooper (il modello più classico per capirci, con cui condivide la piattaforma ma con una lunghezza superiore di una ventina di centimetri) e la Countryman, la Mini più grande di sempre. In mezzo, si diceva, la Aceman, solo elettrica, un po’ citycar e un po’ crossover, compatta ma grazie alle 5 porte più pratica della Mini classica, con dimensioni (e autonomia elettrica) che restano più adatte alla città che al weekend; le ragioni le vedremo più avanti.
Aceman, cosa dovete sapere sull’ultima Mini elettrica
Anche le versioni ricalcano quelle della Mini, con una prima versione, la Aceman E, equipaggiata con un motore elettrico da 135 kW (184 cavalli) e una seconda, la Aceman SE genera che offre una potenza di 160 kW (218 cavalli) e prestazioni evidentemente maggiori in termini di velocità e accelerazione, oltre che di autonomia. Sono due infatti le batterie, per la E è da 42,5 kWh, con un’autonomia dichiarata di 310 chilometri, mentre la SE è equipaggiata con una batteria da 54,2 kWh e un’autonomia di 406 chilometri, sempre dichiarata e nell’uso misto; i prezzi partono da 32mila 100 euro. In arrivo anche una versione ancor più sportiva ma sempre elettrica, la John Cooper Works.
Perché al netto dell’aspetto resta più “urban” che “outdoor”
Si diceva crossover… Rispetto alla Cooper la Aceman è più lunga di 22 centimetri (per un totale di 408 parcheggiabilissimi centimetri), 8 più alta e un paio più larga. Che la si consideri una berlina compatta o una crossover, lasciateci dire, non è così rilevante in questa sede. Rilevante è invece sapere che, mentre la praticità è oggettivamente migliore, lo spazio interno, seppur più generoso sulla Aceman, resta inferiore rispetto ad altri suv considerati compatti.
L’aspetto strizza indubbiamente l’occhio al tempo libero, al weekend più che alla città; barre sul tetto, passaruota più robusti, le 5 porte… Sul design esterno, come di consueto, lasciamo a voi il giudizio. Ci limitiamo a dire che con il tetto a contrasto sarebbe bellissima nel classico British racing green e che la personalità ne fa una delle elettriche più piacevoli da vedere, analogamente a modelli potenzialmente concorrenti (per prezzo, non solo per tipologia…) come la Renault 5 e Volvo EX30. Ecco, magari quando scegliete i cerchi ruote, privilegiate l’efficienza e fermatevi ai 17 pollici (con le misure volendo si arriva fino a 19 pollici).
Mini: “Così intendiamo ridurre i rifiuti, il consumo di energia e le emissioni”
Si diceva dello spazio. In quattro si può serenamente affrontare un viaggio (la Aceman è comunque omologata per 5), meglio se senza eccedere con i bagagli (visto lo spazio, ampliabile ma non generosissimo…). Il resto ricorda molto la Cooper E, con il grande schermo touchscreen circolare, la plancia ricoperta da tessuti piacevoli al tatto (e realizzati in poliestere riciclato), con una bella texture e accostamenti cromatici oggettivamente rari in questo segmento. Nel complesso la Aceman (come le altre Mini) offre una qualità percepita molto buona. E se volete approfondire l’impegno del brand in termini di circolarità dell’auto e sostenibilità dei processi, per ridurre i rifiuti, il consumo di energia e le emissioni di CO₂, trovate alcuni spunti interessanti alla voce MINImizzare.
Si diceva della praticità. Cominciamo dai comandi, pochi quelli fisici, molti demandati al display di infotainment da 24 pollici (inclusi quelli del climatizzatore), una scelta non sempre pratica. Grazie al riconoscimento vocale si possono però gestire navigazione, telefono e numerose funzioni della vettura possono. Bene la doppia presa Usb-C nel bracciolo porta oggetti anteriore, la presa 12V nella console centrale e quasi scontata la compatibilità Apple Car Play e Android Auto. Davanti al pilota non c’è alcun strumento, per vedere la velocità o si guarda il tachimetro sullo schermo circolare, o si usa il piccolo head-up display (che però è disponibile di serie solo sull’allestimento eJCW, mentre sarebbe utile fosse sempre di serie).
Il piacere di guida resta una certezza (anche senza quel sound artificiale…)
La posizione di guida è buona, lo spazio davanti ideale, dietro non andremmo oltre i 2 passeggeri. Quattro è anche il numero giusto per gli eventuali bagagli; lo spazio, infatti, non è molto e in genere inferiore a quello di molte concorrenti considerabili “crossover” o “B-suv” che si voglia. E adesso vediamo cosa offre la Mini Aceman alla prova dei fatti. Senza scomodare il solito (e citatissimo da Mini) “go-kart feeling”, come tutte le Mini anche la Aceman nella versione E, la base, offre un piacere di guida oggettivamente maggiore di molte concorrenti. Non è solo una questione di potenza, o di prestazioni. E’ l’insieme che offre un mix azzeccato di caratteristiche.
E la più potente SE fa anche meglio, grazie agli oltre 200 cavalli di potenza, allo scatto fulmineo, alla maneggevolezza, sulle curve così come nel traffico cittadino; a proposito di città, garage e manovre, la funzione Remote parking permette di lasciare che l’auto parcheggi da sola utilizzando lo smartphone. Insomma, una delle poche auto che strappa un sorriso anche quando sei di cattivo umore… Siamo invece un po’ scettici sui “Driving sounds”, ossia la possibilità di avere, al variare delle modalità di guida scelte, dei suoni che imitano un motore a combustione; restiamo del parere che il miglior suono su un’auto elettrica resti il silenzio.
Mini Aceman, cosa sapere sull’autonomia (reale) e i tempi di ricarica
E pazienza se, come si diceva all’inizio, alcuni comandi sono poco pratici. Per passare dalle diverse modalità di guida c’è un comando fisico, ma per regolare il livello di rigenerazione di energia in frenata bisogna sempre passare dai menu dello schermo centrale. E se la Aceman diverte fra le curve, resta pratica anche in città, dove le dimensioni sono giuste, le manovre facili e dove al massimo si perde un po’ di comfort sui tombini (un contrappasso obbligatorio se si vuole quel “go-kart feeling” di cui si diceva), una certa “rigidità” che rischia di affaticare un po’ anche nei lunghi viaggi.
Sulla autonomia elettrica reale, c’è chi fa meglio. Al netto di quanto dichiarato dalla Casa, sulla Aceman E è ragionevole poter contare su 200-220 chilometri nell’uso misto (che salgono a circa 300 sulla SE), complice anche quel piacere di guida che spinge a sfruttare di più le prestazioni, a scapito dell’efficienza… Un appunto sui tempi di ricarica: tutte le versioni della Aceman possono essere ricaricate a corrente alternata con 11 kW, nel caso della E dalla presa di casa servono 4 ore e 15 minuti per un “pieno”, mentre per la ricarica rapida in corrente continua la E accetta potenze fino a 75 kW (alcune rivali fanno meglio), la SE fino a 95 kW, con tempi per passare dal 10 all’80 per cento di circa mezz’ora.
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