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Nella gelida Svezia, per sfatare una delle più diffuse fake news sull’auto elettrica
Viaggiare nel silenzio aiuta a scoprire un territorio lentamente. Ma anche a riflettere sulle leggende e i falsi miti. In Svezia, per capire (a bordo di una Volvo EX30) se il freddo è davvero un nemico per l’auto elettrica.
L’ultima volta che vi abbiamo parlato della Svezia era per raccontarvi di un villaggio, Nikkaluokta, contea di Norrbotten, passato in sole 72 ore da -42,9 a +8,3 gradi, un primato da brivido. Era il gennaio scorso e quello che ci aveva spinto a darvi la notizia era stata quella repentina variazione di temperatura, che nel giro di soli tre giorni aveva comportato un aumento di oltre 50 gradi centigradi. Un altro caso da archiviare fra gli ormai ricorrenti effetti dei cambiamenti climatici…
Ma la Svezia, di primati ne ha altri, certo più virtuosi: presente da anni fra i 5 paesi, tutti concentrati nel Nord Europa, con la più alta percentuale di auto elettriche vendute, è pronta ad ospitare nel 2025 il primo tratto di strada elettrificata, parte del progetto Electric road system, che promette di offrire ai veicoli elettrici (auto e camion) la possibilità di ricaricarsi in movimento attraverso l’induzione. Una prospettiva, quella della ricarica wireless, affatto remota e che Volvo sta sperimentando da tempo proprio in Svezia, a Göteborg.
La Lapponia svedese vista dall’elettrica EX30
Intanto, noi siamo tornati nel paese scandinavo (questa volta a bordo di un’auto elettrica, la nuova Volvo EX30) per un viaggio a “zero” emissioni, destinazione Luleå, la porta d’accesso alla Lapponia svedese, al centro del più grande arcipelago di acque salmastre del mondo. Obiettivo? Beh, oltre alla speranza di vedere l’aurora boreale (che non siamo riusciti a vedere…), oltre che per raccontarvi come va e cosa offre la nuova elettrica Volvo, anche per sfatare una delle fake news più diffuse sulla mobilità elettrica, ossia che con il freddo le auto elettriche non funzionano, aspetto che chiariamo subito: dal punto di vista del funzionamento, con qualsiasi temperatura, non cambia nulla.
Nemmeno le prestazioni cambiano. Semmai aumentano i consumi energetici, può ridursi sensibilmente l’autonomia. Basta saperlo. E comunque, volete mettere quando fuori ci sono temperature proibitive (e in Svezia il freddo glaciale è tutt’altro che inusuale in inverno) che bello salire su un’auto elettrica che, sfruttando la possibilità di preriscaldare l’abitacolo, vi accoglie con un caldo tepore? Succede sulla EX30, uno dei numerosi vantaggi offerti dall’auto elettrica.
Un viaggio lento e silenzioso
Chiarito il rapporto (pacifico) tra freddo e auto elettrica, il viaggio in Svezia (lento e silenzioso) ci ha permesso non solo di goderci gli scenari dell’estremo nord, uno dei luoghi migliori al mondo per vivere l’emozione dell’aurora boreale, grazie ai cieli limpidi e alla mancanza di inquinamento luminoso, ma anche di scoprire le caratteristiche di questo compatto suv elettrico, il quarto modello a “zero” emissioni proposto da Volvo. Vediamone un primo ritratto. La EX30 è disponibile con due varianti di batteria, la prima più accessibile (51 kWh) e adatta alla città e agli spostamenti brevi, la seconda con una batteria più complessa e autonomia estesa fino a 480 chilometri. In aggiunta, c’è la versione Twin motor performance, che abbina alla batteria più performante, 2 motori elettrici e la trazione integrale, una caratteristica che sulle strade svedesi ci ha permesso (anche grazie ai pneumatici chiodati, molto diffusi nei paesi del nord Europa) di guidare in tutta sicurezza.
Less is more…
Un viaggio lungo, lento, silenzioso quello in Svezia a bordo della EX30. E che per questo ci ha permesso di fare considerazioni che a volte non si ha il tempo di fare. Ricredendosi. Spieghiamo meglio. La EX30 è un’elettrica compatta (4 metri e 23 centimetri, il modello più compatto mai costruito da Volvo), in netta controtendenza rispetto a quel “gigantismo dell’auto” che sta contagiando anche i modelli elettrici, con il rischio di comprometterne l’efficienza. Un’auto al primo impatto semplice, anche troppo forse: i pulsanti dei vetri elettrici sono al centro dei sedili anteriori (e non sulle portiere), gli altoparlanti concentrati in un’unica soundbar sotto il parabrezza, la strumentazione davanti al pilota a cui siamo abituati non c’è, al suo posto un semplice display al centro della plancia. I tessuti (denim, lino, lana), le plastiche, i colori, tutto ha un aspetto “minimal” che sul principio spiazza. Less is more, come amava ripetere l’architetto Mies van der Rohe, padre del razionalismo e uno dei maggiori esponenti, assieme al francese Le Corbusier, del modernismo.
Va bene, che su un’auto per ogni necessità si debba ricorrere a uno schermo che di fatto racchiude tutto sulle prime sembra un eccesso. Poi, col passare dei chilometri, mentre fuori gli scenari innevati scorrono lenti, con un minimo di dimestichezza tutto appare più nitido. La EX30 ha bisogno di tempo per comprenderne alcuni aspetti, che poi diventano gesti quotidiani, pratici, veloci. Un’auto apparentemente scevra di complessità che, complice il design, ispirato al minimalismo nordico, col tempo diventa famigliare, capace di rassicurare, quasi di infondere calma. Un tema, quello della serenità di guida, che con il progetto Mobility Revolution in LifeGate consideriamo da anni come uno degli aspetti più premianti di un’auto, elettrica o meno, insieme alle emissioni, all’impatto a terra, fino all’intero ciclo di vita, dalla produzione al fine vita.
Il senso degli svedesi per la luce
Se siete già stati in Svezia lo avrete certo notato: ogni finestra di casa ha una lampada che, quando cala il buio, si accende creando un’atmosfera a cui i popoli del Nord sono molto sensibili. La luce in paesi come la Svezia dove le ore di sole in inverno si riducono di molto ha un significato più profondo. Ecco, forse in Volvo su questo hanno esagerato con le suggestioni (“la calda luce del sole che filtra tra le foglie di una foresta scandinava, un tramonto sulla costa occidentale svedese, il cielo dorato dell’estate svedese…”), nomi che sembrano più i titoli di un film di Woody Allen che le tonalità dell’illuminazione interna di un’auto. Ma di una cosa siamo sempre più convinti: la EX30 col passare dei chilometri è sempre meno “semplice” e sempre più “rassicurante”.
Dentro il pavimento è piatto, lo spazio sfruttato con numerosi portaoggetti. Nel bagagliaio ci sono persino le misure per capire se possiamo o meno portarci a casa l’immancabile libreria Billy dell’Ikea. Ma che tutta questa semplicità sia in realtà un esercizio per ridurre i costi è un pensiero lecito. E se anche fosse? Se ridurre l’uso di materiali, se ricorrere all’economia circolare (come vedremo a breve), fossero nuovi strumenti per progettare l’auto in modo più efficiente, come insegna l’ecodesign?
Tra fitte foreste di betulle e cottage dipinti di rosso
Intanto, tra una riflessione e l’altra, il nostro viaggio in Svezia a bordo della EX30 prosegue. Dell’aurora boreale, della magia di quelle brillanti onde verdi, rosse, blu e viola che sembrano danzare nel cielo scuro, frutto delle particelle solari che interagiscono con l’atmosfera terrestre, nemmeno l’ombra. Peccato. Il viaggio scorre nel silenzio, rotto solo dal brusio dei pneumatici chiodati, spesso su strade secondarie, attraverso fitte foreste di betulle, i rari villaggi (come Gammelstad, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’umanità), laghi ghiacciati e i tipici cottage dipinti di rosso con le finestre bianche.
Una riflessione, viaggiando su un’auto elettrica in Svezia… Il carburante qui costa davvero molto (in media 2,3 euro al litro), una ragione in più per scegliere l’auto elettrica che nel paese nordico si ricarica ovunque grazie all’infrastruttura Chargefinder. Dicevamo prima dell’economia circolare. Nel nostro viaggio abbiamo spesso parlato di questi aspetti con i designer Volvo, che ci hanno spiegato come sulla EX30 l’obiettivo fosse unire design, artigianalità nordica e sostenibilità, specie negli interni, con il ricorso a denim ottenuto da jeans dismessi, plastica riciclata da vecchi telai di finestre, lino e fibre composte da poliestere, lana e Pet.
Ancora dubbi sulla sostenibilità dell’auto elettrica?
Chi ci legge da tempo sa che in LifeGate siamo abituati a guardare in profondità nell’auto. Ma sappiamo anche che i dubbi sulla vera sostenibilità di un’auto elettrica, purtroppo, resistono. Così vi proponiamo di leggere qui, per capire come indagare l’intero ciclo di vita di un’auto elettrica possa rappresentare un viaggio nel viaggio, non a bordo, ma dentro l’auto; lo vedrete, è un documento complesso e ricco di dati, ma non fatevi impressionare, scorretelo con attenzione, perché è qui che scoprirete quali sforzi sta facendo l’industria automotive per ridurre la carbon footprint di un’auto (ossia la quantità di emissioni di gas serra associata direttamente o indirettamente a qualsiasi prodotto), dall’estrazione e lavorazione delle materie prime fino al termine del suo utilizzo. Prendetevi il tempo di leggere, vedrete, molte cose sull’auto elettrica (e nello specifico sulla Volvo EX30) vi appariranno più chiare. E “circolari”.
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