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Il tour Ikea fa tappa a Parma e Catania, dove scopriamo quella che è diventata una delle prime aziende di ristorazione in Italia: Ikea Food.
Una sala affollata e un pubblico attento hanno contraddistinto la tappa catanese del tour presentazione del Report di sostenibilità Ikea. Alessia Grasso, la giovane responsabile per le questioni ambientali e sociali del negozio di Catania, ha dato il numero dei pannelli fotovoltaici installati sul tetto e nel parcheggio del negozio: ben 13.273. Inoltre nella sede catanese sono presenti delle vasche di accumulo dell’acqua piovana e un impianto di fitodepurazione per il riutilizzo delle acque di scarico del negozio per l’irrigazione delle aiuole e il riempimento delle cassette wc nei bagni.
È stato poi il momento di Dino Maldera (Food risk & compliance manager Ikea Italia), in pratica la persona che ha fatto sì che il nostro Paese facesse da traino nel mondo Ikea per la scelta di prodotti biologici, che ora rappresentano un quarto del cibo acquistato.
Maldera preferisce il basso profilo ma è tra i responsabili di quella che, quasi senza volerlo, è diventata una delle prime catene di ristorazione in Italia. Il 90% delle persone che entrano in un negozio Ikea, infatti, consuma qualcosa nei bar o nel ristorante del negozio. Stiamo parlando quindi di 17 milioni di persone all’anno. Un numero così grande che la scelta di usare solo latte biologico nella propria ristorazione ha fatto sì che Ikea, da sola, abbia assorbito quasi tutta la produzione certificata bio di Granarolo.
Il percorso di adozione del biologico è iniziato nel 2000 e ha preso diverse strade; una di queste è consistita nel “copiare” la scatola di cartone del famoso “happy meal” per bambini di Mc Donald’s, inserendovi però solo cibi biologici e togliendo i giocattolini di plastica. Il gioco in questo caso è stampato sulla scatola stessa, raffigura animali in via d’estinzione, e ha finalità educative per i più piccoli.
Ikea ha vinto per due volte il premio Compassion in World Farming per aver scelto di acquistare uova e carne solo da allevamenti in cui le galline non sono tenute in gabbia. Inoltre il pesce venduto è tutto certificato Asc (per i pesci allevati) e Msc per quelli pescati.
Il caffè servito in tutti i negozi Ikea è prodotto da Lavazza ed è certificato Utz, uno standard che unisce pratiche di sostenibilità ambientale ad una parte del ricavato destinata ai coltivatori. Nell’ultimo anno fiscale i caffè serviti al banco in Italia da Ikea sono stati oltre quattro milioni e mezzo. Cui si aggiunge il cioccolato, sempre da cacao certificato Utz, e anche una bevanda a base di tè.
L’associazione Dedalo di Catania gestisce una casa che accoglie dodici ragazze minorenni provenienti da situazioni difficili, allontanate dalla famiglia o straniere senza i familiari. Ikea è intervenuta per fornire gli arredi. La cosa particolarmente bella – ci hanno raccontato – e che Stefania, l’arredatrice che segue questi progetti, è venuta da Milano e ha parlato con ognuna delle ragazze ospiti per capire le loro esigenze e i loro gusti. Il risultato è che le loro stanze ora vengono sentite molto di più come “casa”, con una conseguente maggior cura e rispetto per gli arredi stessi
“I promessi Led, storia di un amore incandescente a lunga durata”, questo il titolo del racconto inventato dai bambini della quinta elementare dell’istituto Boccadifalco Tomasi di Lampedusa, di Palermo, che hanno vinto per due volte consecutive il concorso per le scuole At Home, la casa sostenibile per sostenere e promuovere nei più giovani comportamenti sostenibili e sensibilizzare sull’importanza delle scelte quotidiane, soprattutto nell’ambito abitativo. Il premio l’anno scorso è stata una gita all’Expo per tutta la classe, e quest’anno in un’Oasi Wwf in Campania.
Con un negozio aperto da 5 anni e un’età media dei collaboratori di 32 anni, il negozio di Catania è molto vivace, sono state diverse le promozioni, anche con trasferimenti verso altre sedi (anche all’estero). Una co-worker ha raccontato la sua esperienza che in pochi anni l’ha portata a cambiare più volte mansione, con conseguente arricchimento professionale ed umano.
Un altro dipendente, Andrea Valenti, ha raccontato del suo viaggio in Angola, all’interno dell’iniziativa iWitness che porta i collaboratori più motivati a vedere di persona i progetti sociali seguiti dall’azienda. Lì ha visto come i fondi donati da Ikea per ogni peluche venduto siano stati investiti in scuole e progetti educativi Unicef, come quelli volti a insegnare alcune norme igieniche basilari.
Il negozio Ikea di Parma oltre ai “soliti” pannelli fotovoltaici (quasi 7mila; “soliti” perché sono stati una costante in questo tour dei negozi Ikea in Italia) ha anche l’impianto di geoscambio per la climatizzazione, così l’efficienza energetica dell’edificio è diventata molto performante, con un assorbimento energetico di 109 kWh/m2.
La differenziazione dei rifiuti avviene in negozio, e nell’anno fiscale 2015 ha raggiunto l’83%. I materiali raccolti vengono conferiti in uno stabilimento sito a pochi chilometri, quello della Inerti Cavozza che affianca l’azienda svedese dal 2008 e recentemente ha visto rinnovato il contratto. Per mantenerlo vengo sottoposti regolarmente a un “audit”, ovvero un’ispezione su tutti i luoghi di lavoro fatta da specialisti Ikea per verificare la conformità a tutti i loro standard. Una revisione accurata, in cui un ispettore resta presente in azienda per due giorni, contro la sola giornata necessaria per altre certificazioni, come racconta la responsabile, Lisa Cavozza, che aggiunge: “lavoriamo con molte grandi aziende, ma nessuna differenzia i rifiuti a monte come fa Ikea, ricavandone oltretutto un vantaggio economico, perché per noi quelle materie hanno un valore.
Due i progetti sociali presentati a Parma durante la presentazione del report di sostenibilità. Nella periferia di Reggio Emilia, Casa Sara, che accoglie madri e bambini che si trovano in situazioni di disagio, è stata beneficiata di un progetto di arredamento Ikea che ha entusiasmato le ragazze ospiti quando hanno visto le loro camere trasformate quasi in stanze da esposizione di design, come ha raccontato la responsabile, Elisa Belli.
Nel quartiere San Leonardo di Parma, zona a forte immigrazione nei pressi della stazione, il Laboratorio Famiglia San Martino San Leonardo è uno spazio di aggregazione per bambini e genitori, cui Ikea ha fornito arredi funzionali (alcuni dei quali possono anche essere usati in giardino). La responsabile, Francesca Pisegna, ha sottolineato come il contributo di Ikea si sia inserito in un circuito virtuoso in cui ognuno fa la sua parte, inclusi genitori e volontari, che ha permesso loro di porre in atto diverse attività educative, ludiche e di svago.
Quanto alle risorse umane il negozio di Parma è vivace, negli ultimi quattro anni, venti persone sono uscite dallo store emiliano per intraprendere carriere nazionali e internazionali nel gruppo Ikea. Inoltre i ¾ dei collaboratori si è cimentata nell’ultima edizione della Talent Week che si è tenuta in negozio, un modo per scoprire e valorizzare i talenti di ciascun co-worker; anche in maniera informale, come testimonia Elisa, una delle dipendenti, protagonista di una divertente intervista a due (in stile “Le Iene”) con l’amministratrice delegata di Ikea Italia, Belén Frau.
Gli altri numeri delle risorse umane dello store di Parma raccontano di un 77% dei lavoratori assunti a tempo indeterminato, e di un 50% a tempo pieno. Le donne sono il 57%. Infine sono stati inseriti nell’organico quatto rifugiati politici (provenienti da Pakistan, Eritrea e Sudan) in un progetto di integrazione.
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