Amazzonia, altri due studi confermano l’aumento della deforestazione

Due nuovi studi confermano che la deforestazione in Amazzonia sta aumentando: “Persi 12mila chilometri quadrati in un anno”.

Due nuovi studi alimentano le preoccupazioni sulle sorti della foresta amazzonica brasiliana nel corso della presidenza di Jair Bolsonaro. Già l’8 maggio scorso l’Istituto nazionale per le ricerche spaziali (Inpe), aveva indicato che nei primi quattro mesi del 2020 sono stati rasi al suolo 1.202 chilometri quadrati di foresta. Il 55 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2019.

Ora il quotidiano inglese The Guardian riferisce le conclusioni di due ulteriori analisi: la prima, curata dalla coalizione di organizzazioni non governative MapBiomas, mostra che il paese latinoamericano ha perso più di 12mila chilometri quadrati di foreste nell’ultimo anno. Il documento, inoltre, ha confermato le indicazioni dell’Inpe sulla base di immagini ad alta risoluzione.

Deforestazione illegale nel territorio dei nativi brasiliani Pirititi
L’Amazzonia viene rasa al suolo per creare campi coltivati e scavare miniere © Felipe Werneck/Ibama/Flickr via AP

Greenpeace: “Responsabilità del governo sull’Amazzonia. I dati non mentono”

Il secondo studio, redatto dall’associazione Sos Atlantic Forest ha reso noto un aumento del 27 per cento del tasso di deforestazione nel Brasile orientale, tra i mesi di ottobre del 2018 e del 2019. Ciò dopo due anni positivi, nel corso dei quali il numero di alberi abbattuti in Amazzonia era invece diminuito.

“È evidente che le scelte del governo stanno indebolendo le politiche ambientali e incrementando la deforestazione”, ha spiegato Mariana Mota, di Greenpeace Brasile.Secondo la quale “i dati non mentono”.

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