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Amici della Terra: se di ogni problema si fa una catastrofe
La giornata d’apertura del Congresso Nazionale degli Amici della Terra, a Milano,
Dopo il saluto di Rosa Filippini, presidente nazionale degli Amici della Terra, e di Camillo Piazza, leader degli Amici della Terra e organizzatore del Congresso, ha aperto le discussioni Massimo Sordi della Camera di Commercio di Milano, secondo cui l’ambiente è già oggi un tema importante (sono già molte le imprese che possono esibire certificazioni di standard ambientali) ma in futuro, a livello internazionale e globale, lo sarà ancor di più. L’allargamento dell’Unione europea a Paesi dell’Est ecologicamente arretrati è una sfida, un rischio. Come lo è, a livello globale, l’ecodumping, cioè la vendita di merci prodotte più a basso costo a danno dell’ambiente.
Marco Roveda: Fattoria Scaldasole, prima, e LifeGate, dopo, sono esempi di come un’azienda può, con un ruolo esemplare, incidere nella società, promuovere consapevolezza e contribuire alla difesa dell’ambiente. Attraverso prodotti, attraverso messaggi rivolti alle persone, anche attraverso progetti concreti: Impatto Zero anticipa, su base volontaria, i principi del Protocollo di Kyoto per ridurre le emissioni di CO2 e il sistema dei carbon credit. E anche questo incontro, il congresso degli Amici della Terra, è a Impatto Zero.
Poi, Pier Luigi Lombard, che ha presentato uno studio sui vantaggi del teleriscaldamento (con cui si risparmierebbero, solo in Lombardia, centinaia di tonnellate di CO2 e di altri inquinanti), e Maurizio Braga, responsabile ambiente della ASM di Brescia, hanno affermato che, in attesa di energie “zero carbon” a costi accettabili, il miglior modo per contenere i gas serra è ricercare l’efficienza energetica.
Tommaso Franci, assessore Regione Toscana, ha confermato che oggi è necessario proporre una riflessione sulle energie pulite. Che però “mette in discussione le scelte di tantissimi soggetti, le amministrazioni, le centrali, il sistema delle utenze, e perciò richiede partecipazione, condivisione, accettazione. In modo dirigistico è impossibile modificare abitudini diffuse. La prospettiva deve essere economica, costi minori, e di diffusione della consapevolezza”.
Nel pomeriggio ha presenziato il Sindaco di Milano Gabriele Albertini, che ha il merito di aver realizzato a Milano tre grandi depuratori delle acque (per bacini d’utenza di più di 2 milioni di cittadini) e che s’è dichiarato “orientato a un ambientalismo concreto e non ideologico; la cultura del fare ci viene in aiuto, perché cerchiamo efficienza e risultati. In campo ambientale ciò si traduce in maggior qualità dell’ambiente, e della vita”.
Un intervento forte e sferzante è stato quello di Mario Signorino, fondatore degli Amici della Terra e primo presidente dell’Agenzia Nazionale Protezione dell’Ambiente. “Lo stato dell’ambientalismo in Italia? Un partitino verde estremista, posizionato all’estrema sinistra, e grasse associazioni; un partito che non sfonda politicamente e delle associazioni che ingrassano sui problemi dell’ambiente“. Signorino ripercorre le tappe del movimento ambientalista politico in Italia, e della leadership degli Amici della Terra a partire dalle prime liste verdi dell’85, fino al ’93-’94, con il referendum per i controlli ambientali che è sfociato nell’istituzione del sistema delle agenzie per la protezione dell’ambiente. “Una leadership che negli ultimi 10 anni ha subito una sconfitta. Prevale nell’ambientalismo italiano qualcosa di estremamente diverso dall’impostazione degli Amici della Terra. Quale grande campagna si può ricordare di un’associazione ambientalista? E per campagna intendo: ‘indicazione di un problema – indicazione di obiettivi perseguibili’. C’è stata Goletta Verde, ma è stata più un’operazione di marketing, perché stranamente si scelse come esempio della mancanza di dati ambientali proprio il settore dove erano più abbondanti – le acque balneabili. C’è una involuzione ideologica totale, io propongo un’offensiva culturale, una battaglia delle idee. Se di ogni problema si fa una catastrofe, la società smette di considerarlo.” “La nostra preoccupazione – ha concluso Signorino – deve essere l’accelerazione della sostituzione delle fonti energetiche, petroli, oli, idrocarburi, con altre fonti. E, in Italia, la protezione del paesaggio, che va difeso dalla cementificazione, dallo stravolgimento, ma anche… dagli impianti per l’energia eolica: torri e ventilatori giganteschi nei parchi e nei posti paesaggisticamente più di pregio.”
Il fortissimo intervento di Signorino è stato seguito da quello di Carlo Ripa di Meana che, dopo essere stato il primo commissario CEE all’Ambiente, leader politico e ministro dell’ambiente italiano, ora si batte con i Comitati per la difesa del paesaggio. “Per la prima volta in trent’anni i pareri degli ambientalisti non hanno ascolto. Per la tutela del paesaggio, le più antiche associazioni hanno dato prova di negligenza, affidandosi al clamore delle demolizioni del Fuenti e di Punta Perotti, i casi di spicco, ma senza fare a per il territorio e i nostri patrimoni assediati. Oggi c’è una vampata di interesse per il paesaggio… E’ essenziale che gli spiriti intelligenti non si rassegnino alla dichiarazione dell’irresponsabilità (di chi per il caso Scanzano disse di prendere accordi con le gradi discariche nucleari… nell’Est, in Russia), non rassegnarsi allo scempio del paesaggio”. E dà lui stesso l’esempio: domani, sabato 17, sarà con i Comitati del paesaggio a Minervino, un paesello di 1500 persone, in un parco appena istitutito, delicatissimo, il Parco delle Murge… ove l’amministrazione locale ha deciso di piazzare 350 torri eoliche dell’altezza di 160 metri…
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