Andrea Pazienza, il mito del fumetto italiano raccontato in una mostra a 30 anni dalla scomparsa

A Roma, al Mattatoio fino al 15 luglio, una mostra antologica ripercorre la carriera breve ma intensa di Andrea Pazienza, l’artista del disegno scomparso 30 anni fa che ha segnato un’epoca. Per chi lo ha amato e chi vuole capire la genesi di un mito chiamato Paz.

È morto nel 1988 Andrea Pazienza e aveva solo 32 anni. Un artista giovane, capace però di segnare per sempre non solo il panorama del fumetto italiano, ma anche quello artistico e culturale. Non disegnava semplicemente fumetti ma raccontava un’epoca. Conobbe i più grandi esponenti di quei turbolenti anni Settanta e chiunque lo frequentò, conserva tutt’oggi un ricordo particolare. “Pazienza è riuscito a rappresentare, in vita e anche in morte, il destino, le astrazioni, la follia, la genialità, la miseria, la disperazione di una generazione che solo sbrigativamente, solo sommariamente chiameremo quella del ’77 bolognese”, disse Pier Vittorio Tondelli, che conobbe al DAMS di Bologna. Quella al Mattatoio di Roma è una mostra completa che vuole trasmettere l’arte di Paz anche ai giovani che non lo conoscono.

“Trent’anni senza” Andrea Pazienza, al Mattatoio di Roma

“Trent’anni senza” è un’intensa esposizione di opere originali per celebrare il più eclettico e geniale autore italiano di tutti i tempi, Andrea Pazienza, per tutti “Paz”. Quella al Mattatoio di Roma è la prima occasione in cui finalmente si riuniscono in un unico luogo le eredità artistiche di Pazienza, anche grazie alla preziosa collaborazione di tutti i suoi familiari.

Sono tante le persone che hanno amato Pazienza, sopratutto chi ha vissuto gli stessi anni che il fumettista raccontava, ma l’intento di quest’esposizione non è solo commemorativo ma anzi divulgativo. I curatori vogliono che anche le giovani generazioni lo conoscano e lo apprezzino, che vedano nelle sue graphic novel (come le chiamano ora) tutta la modernità che ancora c’è in quelle storie.

La mostra al Mattatoio parte mostrandoci i disegni e raccontandoci gli anni de Le straordinarie avventure di Pentothal (la sua prima storia, pubblicata nel 1977) e passa da Prixicel!, La scuola, Agnus Dei, Superpazienza, Francesco Stella, Aficionados e Giorno per arrivare al suo personaggio più celebre, Zanardi (con le tavole di Pacco, Verde matematico, Notte di carnevale, Lupi, La prima delle tre, Cuore di mamma, Ma la vecchiezza è una Roma, Cenerentola 1987 e Zanardi medievale), senza tralasciare gioielli come Sogno, la Piccola guida ragionata al (o del )West, le caricature disneyane di La leggenda di Italianino Liberatore, lo spassoso Pertini, le meravigliose tavole a colori di Campofame o ancora Pasqua e Una estate, la pura poesia di Il perché delle anatre e dell’incompiuta Storia di Astarte. Nel mezzo, l’opera che probabilmente è il più importante, esorcizzante e traumatizzante graphic novel italiano del XX secolo, quel Gli ultimi giorni di Pompeo che lo ha consacrato nell’empireo della letteratura disegnata.

Tra le chicche di “Trent’anni senza” due opere inedite presentate in anteprima assoluta: una spettacolare pala in 8 tele di Zanardi – di 2.40 x 2,40 metri – che nel 1983 Pazienza dipinse al Luneur di Roma in occasione della manifestazione Ottovolante – Festival della satira, per tanti anni andata perduta e proprio nel 2018 finalmente ritrovata, e il bellissimo ritratto che Andrea disegnò nell’aprile del 1986 alla morte dell’amico Stefano Tamburini per la copertina di Frigidaire.

Trent'anni senza
La caratteristica principale di Zanardi è il vuoto. L’assoluto vuoto che permea ogni azione. Questo disse Pazienza del suo personaggio Zanardi

Il suo eroe cinico Massimo Zanardi

Massimo Zanardi, Zanardi per tutti, esce la prima volta nel 1981.  È forse il personaggio più noto fra tutti quelli usciti dalla matita di Andrea Pazienza, qualcuno lo definisce l’alter ego dell’autore. In una intervista uscita su Linus nel 1981 lo stesso Paz lo presenta così: “La caratteristica principale di Zanardi è il vuoto. L’assoluto vuoto che permea ogni azione“. Si può capire quindi come ai quei tempi un personaggio e una storia così, risultassero nuovi, inediti. Viso spigoloso e naso sempre più adunco con il passare degli anni, “Zanna” è lo studente ripetente del liceo scientifico Fermi di Bologna. Di lui si dice che è estremamente cinico e cattivo, privo di scrupoli e di valori e che oltretutto fa uso di ogni tipo di droga.

Zanardi è stato tradotto anche in inglese: la casa editrice Fantagraphic di Seattle ha pubblicato la prima edizione americana.

La mostra è aperta sino al 15 luglio 2018 al Mattatoio di Roma (ex Macro Testaccio) in piazza Orazio Giustiniani 4. Orario: 12:30 – 19:30 (chiuso i lunedì). Il biglietto costa 12 euro.

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