Arriva in Italia la seta biologica

Anche nel nostro Paese è stato approvato un disciplinare di produzione per certificare la seta.

La lavorazione della seta, pratica già conosciuta nel 6.000 a. C., cela una grande crudeltà della quale spesso gli acquirenti sono ignari. Questo tessuto viene prodotto dal baco da seta (Bombix mori), la larva di una farfalla che allo stadio di pupa crea un bozzolo di filamenti lunghi e resistenti. L’insetto rimane nel bozzolo il tempo necessario per completare la metamorfosi in farfalla.

 

foto baco adulto

 

Per la produzione della seta gli animali vengono sfruttati e uccisi, il primo passo consiste infatti nell’uccidere il baco che viene gettato vivo nell’acqua bollente o stufato nel forno. Dopodiché si estrae la fibra di seta e inizia il processo di lavorazione. Fortunatamente ci sono anche produzioni più sostenibili e cruelty-free che non prevedono la morte dei bachi, la seta viene ricavata raccogliendo ciò che rimane dei bozzoli dopo che sono nate le farfalle.

 

Anche in Italia è finalmente arrivata la seta bio, finora si poteva far riferimento solo a disciplinari volontari esteri, e sarà certificata da Icea, l’Istituto per la Certificazione Etica ed Ambientale. Il Mipaaf, il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, ha approvato il disciplinare creato da Icea per la “Gelsicoltura e Bachicoltura Biologica”.

 

Il disciplinare di produzione, realizzato in collaborazione con il Cra-Api Unità di ricerca di apicoltura e bachicoltura di Padova, consente di poter certificare come da agricoltura biologica il “bozzolo fresco”. Il nuovo standard copre l’intero processo di certificazione del baco, e i prodotti certificabili sono il bozzolo fresco con crisalide viva e il seme-bachi, che deve essere deposto da farfalle allevate secondo il metodo biologico.

 

Bombyx Mori

 

Tra gli aspetti che rientrano nella normativa ci sono l’alimentazione del baco, che deve essere conforme alle norme di produzione biologica, il benessere del baco, che deve essere allevato nel rispetto delle sue fasi evolutive ed evitando lo sviluppo di epidemie e l’etichettatura che deve utilizzare le indicazioni in conformità alle norme di produzione biologica.

Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Articoli correlati
La fattoria delle mosche

Per risolvere il problema alimentare mondiale, alcuni grandi investitori pensano in piccolo. In molto, molto piccolo. A Città del Capo sta nascendo la più grande fattoria di mosche del mondo, su un progetto europeo che propone di utilizzarle come cibo per il bestiame.   La struttura, che nascerà vicino alla città sudafricana, è nata dall’idea di