Yamina Oudai Celso

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A Reggio Emilia il Liberty italiano a 360 gradi

A Reggio Emilia il Liberty italiano a 360 gradi

In un’epoca funestata da guerre, crisi economica e calamità assortite, come rinfrancare lo sguardo alla ricerca di un qualche sollievo? Ad esempio scegliendo di volgere la propria attenzione ad un periodo storico caratterizzato da un clima totalmente diverso, ovvero da tale leggiadria, benessere e piacevolezza di costumi da essersi meritato l’inequivocabile etichetta di Belle Époque.

Cento anni di Dada in mostra a Brescia

Cento anni di Dada in mostra a Brescia

Esistono fenomeni artistici così eclatanti e singolari da lasciare consistenti tracce di sé perfino nel nostro vocabolario: ancora oggi, ad un secolo dalla nascita del relativo movimento culturale, l’aggettivo “dadaista” continua spesso ad essere impiegato, anche in contesti del tutto extra-museali, come sinonimo di provocatorio, irriverente, stravagante ed intriso di nonsense. Proprio in omaggio ad

Perché Bernardo Caprotti nel testamento lascia il suo quadro più prezioso al Louvre e non a Milano

Perché Bernardo Caprotti nel testamento lascia il suo quadro più prezioso al Louvre e non a Milano

Non smettono di riservare sorprese e suscitare dibattiti le disposizioni testamentarie di Bernardo Caprotti, il noto imprenditore lombardo fondatore dell’Esselunga la cui recente scomparsa ha galvanizzato i riflettori della cronaca per via dell’inconsueta decisione di destinare ben 75 milioni della cospicua eredità all’infaticabile segretaria-assistente Germana Chiodi. Ma dalla lettura delle ultime volontà del defunto, ormai

La rivoluzione di Caravaggio in mostra a Londra

La rivoluzione di Caravaggio in mostra a Londra

Affiora puntualmente, ogni volta, un brivido di stupore nel constatare come i capolavori oggi riveriti alla stregua di indiscusse ed eccelse pietre miliari della storia dell’arte di tutti i tempi, abbiano quasi sempre assunto, al loro primo apparire, le sembianze dell’avanguardia, della rivoluzione, del sovvertimento spesso clamoroso di un gusto consolidato.   Nel caso di

Ferdinando Scianna immortala il ghetto veneziano

Ferdinando Scianna immortala il ghetto veneziano

La scelta del luogo destinato ad accogliere il racconto fotografico di Ferdinando Scianna appare tutt’altro che accidentale, poiché la magnifica Casa dei Tre Oci, gioiello architettonico di inizio Novecento, si trova sull’isola veneziana della Giudecca che, secondo una delle numerose etimologie accreditate, traeva la sua denominazione dall’aver accolto il primo quartiere giudaico della città.  

Omaggio a Oscar Wilde nel carcere di Reading

Omaggio a Oscar Wilde nel carcere di Reading

La disincantata eleganza della sua letteratura, o il folgorante acume di quegli aforismi che l’hanno reso inconfondibile tra mille, mal sembrano conciliarsi con il filo spinato, la costrizione di una cella angusta o la plumbea umiliazione del galeotto.   E invece la fase conclusiva dell’esistenza di Oscar Wilde conobbe l’infamia della galera, peraltro mirata a

Claude Monet in mostra a Parma, tra ninfee e falesie

Claude Monet in mostra a Parma, tra ninfee e falesie

Mai come in questo caso il filo conduttore di un racconto pittorico coincide con un elemento naturalistico univoco ed immediatamente identificabile, ovvero l’acqua, con tutte le sue infinite rifrazioni luminose. Che sia quella del mare su cui strapiombano le falesie della Normandia o la superficie degli stagni (anch’essi normanni) di Giverny su cui galleggiano le

La Parigi underground delle aree ferroviarie

La Parigi underground delle aree ferroviarie

Mai illudersi di conoscere a menadito la Ville Lumière. È proprio quando ritieni di averne ormai disvelato ogni volto, sfaccettatura o atmosfera peculiare che Parigi torna a stupirti, confermandosi la capitale inesauribile ed imprevedibile che solo con ingenua approssimazione potevi reputare ormai familiare.   E se è vero che, come sentenziava Hemingway, “Paris is a

Il treno per Versailles trasformato in reggia

Il treno per Versailles trasformato in reggia

Avvalersi della rete metropolitana o dell’Rer parigina espone sempre al lieve imprevisto di non sapere bene quale tipo di vetture aspettarsi: in alcune stazioni o tratte ci si imbatte in veicoli nuovi di zecca o dall’aspetto pressoché avveniristico, mentre in altri casi ci si ritrova purtroppo a salire su carrozze dall’aria piuttosto vetusta e trascurata.