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Un viaggio in bicicletta nel segno di sostenibilità e solidarietà. Così Daniele e Simona sono partiti da Roma per girare il mondo, raggiungendo le montagne più alte della Terra.
Un viaggio in bicicletta intorno al mondo di 8.100 chilometri. Passando per undici Paesi con 70mila metri di dislivello totale e sette tra i passi di montagna da raggiungere, di cui due già scalati. Questa è solo una parte del progetto Be Cycling, i cui due protagonisti in sella sono Daniele e Simona, partiti da piazza del Campidoglio (uno dei sette colli di Roma) la quale sarà anche il luogo del ritorno a casa.
Passeranno quindi per le più importanti catene montuose della Terra, attraversando le Alpi per l’Europa occidentale, il Caucaso per l’Europa orientale, l’Himalaya per l’Asia, le Alpi australiane per l’Oceania, le Rocky Mountains per l’America del Nord, le Ande per l’America Latina, le montagne di Bale per l’Africa.
“Non è un semplice viaggio ma un’impresa sportiva che si pone come obiettivo il supporto per iniziative umanitarie e sociali e la promozione della bicicletta come mezzo di trasporto, divulgando un viaggiare lento e consapevole delle distanze”, scrivono sul loro sito.
Il 50 per cento delle donazioni ricevute dal progetto Be Cycling sarà infatti utilizzato per raccogliere fondi a favore di World Bicycle Relief, una ong americana. Scopo dell’organizzazione è quello di rendere indipendenti le piccole comunità del terzo mondo donando loro biciclette e formando, in loco, meccanici specializzati. È attiva in diversi Paesi tra Africa, sudest asiatico e Sudamerica, tutte zone attraversate dal lungo itinerario del viaggio su due ruote.
Non solo: l’Associazione italiana del turismo responsabile li ha proclamati ambasciatori della carta del viaggiatore responsabile, con l’impegno a mantenere e diffondere un comportamento rispettoso dell’ambiente e della cultura del luogo.
Il messaggio che vogliono lanciare Daniele e Simona con la loro avventura è cristallino: “La nostra ambizione è di far sì che il nostro viaggio sia di insegnamento ai molti che, come noi, credono nella possibilità di invertire la rotta di questo mondo che viaggia ormai alla velocità folle dei mezzi di trasporto più inquinanti”.
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