Elettricità, al via la tariffa bioraria

il 1° luglio 2010 scatta la tariffa bioraria per la bolletta energetica. Il prezzo dell’energia elettrica varierà in base all’orario di consumo

Cosa significa tariffa bioraria?

Il prezzo della luce non sarà più uguale a ogni ora del giorno (monorario) ma sarà differente a seconda dei momenti di utilizzo durante la giornata. Il prezzo sarà più basso nella fascia serale/notturna, il sabato e in tutti i giorni festivi (fase F23) e più alto dalle 8 alle 19 dei giorni lavorativi (fase F1).

Quali sono le fasce orarie della giornata?


La tariffa bioraria ha due fasce di consumo: la fascia piena definisce le ore di punta dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 19; la fascia vuota definisce le ore fuori punta dalle 19 alle 8 durante la settimana, sabato, domenica e i giorni festivi.

Un consiglio pratico per risparmiare?

Concentrare i propri consumi il più possibile nella “fascia vuota”, ore notturne e week-end, per ottenere un reale risparmio rispetto alla vecchia tariffazione – o comunque non pagare di più.

 

A chi si applica la tariffa bioraria?

La tariffa bioraria viene applicata solo a quelle famiglie dotate di contatore elettronico, che non abbiano cambiato il proprio contratto di energia elettrica scegliendo tra le tante offerte presenti sul mercato libero.

 

Di quante persone si parla?

Inizialmente circa 4,5 milioni di utenze domestiche. Gradualmente questa tariffazione verrà estesa a tutte le famiglie del mercato tutelato. Ad agosto saranno coinvolte in tutto 11 milioni di famiglie, 15,5 ad ottobre, 20 a dicembre, fino a coinvolgere infine tutte le famiglie.

 

Da quando?

Prende ufficialmente il via il 1° luglio 2010.

 

Perché il prezzo varia, nel corso della giornata?

E’ il costo di produzione dell’elettricità a variare a seconda dei diversi momenti della giornata. Scrive l’Authority per l’energia: “Lo spostamento di parte dei consumi nelle ore più convenienti potrà contribuire a ridurre la punta di domanda elettrica e, di conseguenza, evitare l’utilizzo delle centrali meno efficienti e più inquinanti, favorendo un generale abbassamento dei costi”.

 

Ci saranno benefici per l’ambiente?

L’Authority stima: “Se l’insieme delle famiglie italiane spostasse il 10% dei consumi nei periodi più favorevoli, si otterrebbe una riduzione di 450 mila tonnellate l’anno di anidride carbonica (CO2), equivalente alle emissioni di una centrale in grado di soddisfare i consumi di una città di circa 500 mila abitanti”.

 

E risparmi economici?

Complessivamente, sempre secondo l’Authority, “il risparmio a favore della collettività delle famiglie e dei piccoli consumatori sarebbe di oltre 200 milioni di Euro l’anno”.

 

E’ una vera occasione di risparmio o sarà la classica trappola mangiasoldi all’italiana?

Alcune associazioni di consumatori fanno notare che agli italiani non è stato dato tempo e modo di capire che dalle 8 alle 19 l’energia che sarà consumata costerà di più (nonostante i tre avvisi allegati alla bolletta elettrica, a tutti). Secondo Altroconsumo “il cambiamento sarà favorevole solo a chi è fuori casa tutto il giorno e sbriga le faccende domestiche la sera e nel week end. Chi invece utilizza la corrente di giorno è costretto a cambiare abitudini o dovrà usufruire della fascia oraria più costosa”. Insomma, chi sceglierà di attivare lavatrice e lavastoviglie di notte (dalle 19 alle 8 del mattino) o nei festivi pagherà fino al 30% in meno la stessa energia. Altrimenti, da qui in poi pagherà un po’ di più.

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