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Clima: Bono e la vedova Mandela scrivono al premier inglese Cameron
Il 18 luglio scorso è stata la data del Mandela Day, il primo dopo la morte del grande statista sudafricano avvenuta il 5 dicembre 2013. Alcune personalità di rilievo internazionale hanno approfittato di tale anniversario (il 18 luglio è anche la data di nascita di Mandela) per inviare una lettera al premier britannico David Cameron
Il 18 luglio scorso è stata la data del Mandela Day, il primo dopo la morte del grande statista sudafricano avvenuta il 5 dicembre 2013. Alcune personalità di rilievo internazionale hanno approfittato di tale anniversario (il 18 luglio è anche la data di nascita di Mandela) per inviare una lettera al premier britannico David Cameron ed esortarlo a impegnarsi con più vigore nella lotta ai cambiamenti climatici, che in futuro potrebbero essere causa non solo dell’aumento di povertà, ma anche di conflitti militari.
La lettera a Cameron, oltre che da Bono, è stata firmata da Graça Machel Mandela – vedova di Nelson Mandela al suo primo atto politico dopo la morte del marito, dall’arcivescovo Desmond Tutu – primo arcivescovo anglicano nero del Sudafrica e premio Nobel per la pace nel 1984, dal premio Nobel nel 2006 Muhammad Yunus e dall’attivista diciassettenne pachistana Malala Yousafzai. Nella lettera si chiede al premier britannico il raggiungimento entro il 2015 degli Obiettivi del Millennio prefissati dalle Nazioni Unite, ma anche di farsi portavoce e promuovere i nuovi accordi Onu post 2015, cioè i cosiddetti nuovi Obiettivi di Sviluppo sostenibile, che comprendono ancor più dei precedenti la dimensione di sostenibilità ambientale.
La lettera congiunta avverte: “Una crescente insicurezza, causata da un accesso ineguale alle risorse naturali sempre più scarse, porta a conflitti tragici da cui nessuno, nessuna élite – non importa quanto ricca – potrà nascondersi”.
“In quale mondo vuole vivere nel 2030?” – chiedono a Cameron i firmatari – “Come sarà quel mondo dipende dalle decisioni che saranno prese nel 2015 e da come ci prepariamo ad arrivare a quell’appuntamento”.
Una campagna spontanea denominata Action/2015 e sostenuta da ong di tutto il mondo, da Amnesty International a All Africa Conference of Churches e Save the Children, sarà lanciata il prossimo gennaio 2015. Gli attivisti si dicono già preoccupati, anche sulla buona riuscita dell’Evento di Alto livello sul Clima convocato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon che si terrà a New York il 23 settembre 2014: il summit sarebbe messo già in discussione da quegli Stati che, ad oggi, non aderiscono agli accordi Onu in fatto di clima, e lo stesso Cameron non ha preso, finora, alcun impegno di partecipazione all’evento.
Questo sarebbe un segno piuttosto preoccupante secondo Brendan Cox, direttore di Save the Children, che ha dichiarato: “Questa è una sirena di allarme proveniente da alcuni dei leader più rispettati del mondo e noi non possiamo ignorarla. Il 2015 è un anno importante per il pianeta, ma con le premesse attuali rischiamo di buttare via questa opportunità. Ora non è troppo tardi per correggere la rotta e aumentare l’ambizione, ma presto lo sarà”.
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