Dopo il discorso surreale pronunciato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump di fronte all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel corso del quale ha definito i cambiamenti climatici “una truffa”, è arrivata la risposta della principale potenzia economica concorrente, la Cina. Il cui presidente Xi Jinping ha indicato – in un messaggio video inviato in occasione della Climate week di New York – una via decisamente diversa, anche se ancora non sufficientemente ambiziosa – in materia di energia.
Chinese President Xi Jinping announced new climate plans at a summit on the sidelines of the UN General Assembly, saying his country would cut its greenhouse gas emissions by 7%-10% from its peak https://t.co/zNOmKU3eY8pic.twitter.com/0rKul76JbR
L’obiettivo intermedio della Cina di riduzione delle emissioni resta insufficiente
La nazione asiatica si è infatti impegnata a ridurre le proprie emissioni di gas ad effetto serra nette (ovvero reali, considerando anche la compensazione, senza “giochi” contabili) di una quota compresa tra il 7 e il 10 per cento. Ciò entro il 2035 e rispetto al picco di emissioni, che si prevede possa essere raggiunto quest’anno.
Xi Jinping ha inoltre promesso che la Cina “farà tutti gli sforzi per raggiungere il risultato migliore possibile”. Finora, il governo di Pechino si era impegnato solamente a raggiungere la carbon neutrality, ovvero l’azzeramento delle emissioni nette di CO2, entro il 2060. Una data che era stata considerata da molti troppo lontana nel tempo per permettere di centrare gli obiettivi climatici fissati dalla comunità internazionale. Inoltre, non aveva indicato traguardi intermedi.
La Cina crede ancora nel multilateralismo sulla questione climatica
Anche la nuova promessa della Cina, d’altra parte, non basta. Gli esperti speravano infatti che Pechino potesse spingersi a un calo attorno al 30 per cento. Ciò al fine di frenare la crescita della temperatura media globale rispetto ai livelli pre-industriali e mantenere in vita le ormai scarse speranza di rimanere per lo meno vicini all’obiettivo degli 1,5 gradi centigradi.
Un fattore senz’altro positivo è però il fatto che una delle principali potenzie economiche mondiali, nella quale vivono oltre 1,4 miliardi di persone, crede ancora nel multilateralismo e nella necessità di cooperare sulla questione climatica.
🌍 At a UN climate summit Wednesday, #China’s #XiJinping vowed to cut greenhouse gas emissions by 7–10% and boost non-fossil fuel use, urging rich nations not to “go against the trend” of climate action—just a day after Trump called climate change a “con job.” pic.twitter.com/SoYHFPZed1
Per centrare il nuovo obiettivo del 7-10 per cento di riduzione, Xi Jinping ha spiegato che il suo paese “moltiplicherà per sei la capacità installata di impianti eolici e solari, rispetto al livello del 2020, sforzandosi di portare il totale a 3.600 Gigawatt”. A tale scopo, saranno installati di qui al 2030 anche pannelli solari in aree desertiche.
“Transizione green, la comunità internazionale resti concentrata sulla giusta via”
Ha quindi esplicitato il proprio orientamento politico generale sui cambiamenti climatici con parole chiare: “La transizione verde a la decarbonizzazione rappresentano il trend attuale. Benché certi paesi vi si oppongano, la comunità internazionale deve rimanere concentrata sulla giusta direzione, mantenere una fiducia inscalfibile, azioni e intensità costanti”.
La speranza è che ciò significhi essere in grado di andare “anche al d là di questi obiettivi posti sulla carta”, ha evidenziato Yao Zhe, dirigente di Greenpeace Asia.
Il presidente della Cina Xi Jinping ha sorpreso la comunità internazionale, fissando l’obiettivo della carbon neutrality al 2060. Ora si attendono dettagli sul piano.
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