Censura 2006. Le 25 notizie più censurate

Nuovi Mondi Media, 2006

?Mettere a tacere una notizia? Mai! I nostri giornalisti non
hanno catene. Né devono inchinarsi a nessun intoccabile. Di
fronte a qualsiasi notizia, il direttore dice: ?Trovate i fatti e
scatenate il finimondo!? I nostri giornalisti l?apprezzano. Sono
fieri di poter dire le cose come stanno. Il giornale, per lo
più si atteneva a quel credo. Quando il direttore esecutivo
fu arrestato per guida in stato di ebbrezza, un fotografo fu
inviato alla prigione e il giorno dopo il giornale recava una
fotografia del nostro capo in una cella con aria desolata. Il
giornale aveva fatto la stessa cosa a molti altri cittadini
illustri, aveva ricordato il direttore dopo il suo rilascio,
perché lui avrebbe dovuto avere un trattamento diverso?
Quanto suona curioso tutto ciò vent?anni dopo?. Queste
parole sono di Gary Webb (giornalista il cui lavoro gli
costò la carriera e da ultimo anche la vita) ai tempi in cui
lavorava per il “Kentucky Post” negli anni ?70.

Censura 2006 è a lui dedicato e vuole essere una denuncia
a questa inversione di prospettiva, una denuncia a una forma di
giornalismo completamente stravolta da quella di qualche decennio
fa, tempo in cui era la coscienza di ciascun professionista ad
emergere. Fare il giornalista significava indagare e denunciare
senza paura, per il bene della comunità e del pubblico
lettore. Oggi assistiamo ad un drastico mutamento di costume. Le
notizie che leggiamo quotidianamente sui giornali sono sempre
sinonimo di verità e senso critico? O stiamo contribuendo
alla morte dell?informazione?

Dalle verità sullo scandalo ?Oil For Food? ai rischi delle
nanotecnologie, Censura 2006 presenta i casi più eclatanti
di censura e manipolazione della storia da parte dei media. Le
rivelazioni più scomode, scottanti e inquietanti celate
sotto il velo di una stampa apparentemente democratica, taciute per
volere dei poteri forti che controllano l?economia e la politica
dei governi mondiali. La storia non è sempre ciò che
ci fanno credere, questo è quello che sembra voler
dimostrare Peter Phillips, autore del volume e attuale portavoce
del gruppo di ricerca Project Censored.

Il fine è senza dubbio ammirevole, utile al lettore che
ha sete di verità e giustizia, ma il lavoro risulta in
seconda analisi limitato, perché ristretto al solo ambito
statunitense. Un lettore distratto potrebbe percepire una mancanza
di corretta informazione circoscritta al solo stato americano,
quando invece è l?intero sistema informativo mondiale ad
essere assoggettato a politiche di ?censura? indotte dall?alto.
Resta comunque una denuncia indispensabile che, ci si augura, possa
contribuire a far nascere senso civico e sete di verità in
tutti coloro che per professione hanno il dovere di indagare e
informare su ciò che realmente accade intorno a noi,
quantomeno in onore di chi, come Gary Webb, ha sacrificato la
propria vita per sposare questo ideale.

Silvia
Dugo

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