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Attraverso la mobilizzazione non invasiva delle ossa la terapia craniosacrale agisce sul corpo e sul sistema nervoso centrale
Nel 1899 uno studente della prima scuola di osteopatia sorta nel Missouri (USA), William Sutherland, osservò che le suture del cranio sono strutturate in modo da indicare una certa forma di mobilità. Quarant’anni più tardi pubblicò uno studio pionieristico nel quale descrisse il sistema craniosacrale, cioè il sistema di mobilità delle ossa, delle membrane e del fluido che supporta il funzionamento del cervello e del sistema nervoso centrale.
Palpando molto delicatamente il cranio, scoprì che le varie ossa che lo compongono hanno un loro ritmo preciso che fluttua tra un’espansione e una contrazione regolari.
Fulcro di questo movimento sottile è la mobilità delle ossa del cranio, della spina dorsale e dell’osso sacro (con i tessuti ed i fluidi ad essi associati) che subiscono a loro volta la pressione del liquido cerebrospinale. Quest’ultimo protegge e nutre tutto il sistema nervoso, grazie a un sistema idraulico, che lo distribuisce nelle varie parti del corpo.
La produzione, il movimento e il riassorbimento di tale liquido danno vita ad un ritmo detto craniosacrale, percettibile in tutto il corpo e differenziabile dagli altri ritmi biologici più noti: ritmo circolatorio e ritmo respiratorio.
Poiché questo movimento ritmico e naturale è insito nel sistema nervoso centrale, Sutherland lo denominò “meccanismo respiratorio primario”:
Il nostro corpo ha una memoria emotiva che viene registrata fin dalla vita intrauterina. Un parto cesareo o una nascita con forcipe, possono traumatizzare determinate strutture ossee che per contiguità potranno a loro volta provocare dopo qualche anno disturbi alla vista, malocclusione dentale, disturbi respiratori, ecc. Ogni trauma fisico o emotivo viene registrato dal liquido cerebrospinale, che diventa un ottimo indicatore dello stato di salute di tutto l’organismo.
Attraverso la mobilizzazione non invasiva delle ossa craniche, della colonna vertebrale, compreso l’osso sacro, e del tessuto miofasciale, la terapia craniosacrale agisce in profondità sul corpo e sul sistema nervoso centrale, influenzando anche gli stati psicologici ed emotivi. Si tratta di un processo definito psicoemotivo perché, quando si entra in strutture così profonde, c’è sempre una comunicazione tra corpo e psiche. Non è raro, quindi che durante la seduta affiorino sentimenti, ricordi, immagini ed emozioni.
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