Il chiurlottello, nome scientifico Numenius tenuirostris, è un uccellocontinentale della famiglia degli scolopacidi. Secondo uno studio scientifico, è il primo a poter essere considerato ormai estinto in Europa. L’analisi è stata pubblicata sulla rivista specializzata Ibis, edita dalla British ornithologists’ union (Unione degli ornitologi britannici).
“Si tratta di un primo caso estremamente preoccupante”
“Nel contesto dell’attuale crisi della biodiversità, gli sforzi di conservazione sono spesso concentrati sulla prevenzione dei casi di estinzione. Tuttavia, può essere difficile determinare se una specie sia, appunto, estinta, soprattutto se vive in aree estese, come nei casi dei migratori transcontinentali, o se è poco conosciuta. L’areale riproduttivo del chiurlottello Numenius tenuirostris, migratore in situazione critica, è incerto e la specie ha anche un ampio areale non riproduttivo che si estende all’Asia centrale, all’Europa orientale, al Medio Oriente, al bacino del Mediterraneo e alla costa africana nordoccidentale. Ma dal 1995 non ci sono stati avvistamenti incontrovertibili”, si legge nel documento.
The Slender-billed Curlew is gone.
A paper published today concluded that there is a 99.6% chance that the species is extinct, likely dying off around the time of the last irrefutable sighting in 1995.
Nessuno, da quasi trent’anni, ha mai riferito di aver visto un esemplare del chiurlottello. Ciò, secondo i calcoli degli scienziati, significa che le probabilità che la specie sia ormai estinta sono del 96 per cento. “Mai una specie continentale di uccello era stata dichiarata estinta nell’ecozona paleartica”, ha commentato la Lega per la protezione degli uccelli. Secondo la quale si tratta “di un primo caso estremamente preoccupante”.
Un tempo il chiurlottello era diffuso in Europa e Asia centrale
Uccello migratore dal piumaggio chiaro e caratterizzato da un becco lungo e sottile, il chiurlottello un tempo era molto diffuso nelle zone umide in Europa e in Asia centrale. Nidificava in Siberia e in Finlandia per poi svernare sulle coste del Mediterraneo. Ma a causa della perdita dei suoi habitat naturali, imputata all’agricoltura intensiva e al drenaggio delle stesse zone umide, nel corso del Ventesimo secolo il numero di esemplari è repentinamente crollato.
Gli avvistamenti da parte degli ornitologi sono diventati rarissimi, tanto che, nel 1995, l’uccello è stato inserito nella lista rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn), ovvero nell’elenco delle specie considerate in pericolo critico. Alex Bond, del Museo di storia naturale di Londra, ha spiegato che “numerose spedizioni sono state organizzate e centinaia di migliaia di chilometri quadrati analizzati”, nella speranza di individuare un esemplare ancora in vita. Ma purtroppo, i ricercatori sono sempre tornati a mani vuote.
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