I dati emersi dall’ultimo rapporto Ismea, l’ente pubblico che analizza il mercato agro-alimentare, ci obbligano a riflettere sul costo del cibo e su come buona parte del prezzo pagato non arrivi agli agricoltori.
Ti amo tanto da mangiarti. Cibo, amore e sacrificio
Mangiare: nel nostro cuore, nel nostro intimo, questa pulsione ha la stessa radice dell’amore. E del… sacrificio.
“Ho fame”. “Ho fame di te”.
La fame d’amore che proviamo con la persona amata non è un’invenzione letteraria. L’istinto del cibarsi è l’istinto dell’amore. E oltre: del sacrificio. Nell’unione amorosa, con il bacio, il morso, il percorrere con le labbra e la bocca il corpo dell’altro, lo si assaggia, lo si.. mangia? È una pulsione profonda, intima, primordiale dell’uomo.
Pierre Soliè, presidente della Societé Française de Psychologie Analytique (di scuola junghiana), ha svolto su questo tema un’approfondito studio. Nel nostro cuore, nel nostro intimo, la pulsione del mangiare ha la stessa radice dell’amare. E poi del sacrificio. La sua indagine si incentra sulla “pulsione orale ‘scatenata’ nei fenomeni del ‘divorare la carne della vittima ancora in vita’ e dell”omofagia’ – berne il sangue ancora caldo)”‘ del cannibalismo primario” e quindi “il passaggio graduale al cannibalismo rituale”, preludio della civiltà. L’affetto “erotico” orale è impossibile da dissociare radicalmente dagli affetti “erotici” di dominio, possessione, desiderio.
Il punto centrale del sacrificio è l’aspetto “pulsionale” della pulsione orale cannibalesca, il “devi uccidere per sopravvivere”, che include, sebbene implicitamente, un aspetto “spirituale”. “Ti amo” comprende implicitamente “amo me stesso in te!”, oppure “ti amo perché tu mi ami!” – scrive lo studioso francese nel libro Le Sacrifice. Fondateur de civilisation et d’individuation. Il “ti amo!” è alla base dell’aspetto “spirituale”, opposto al “pulsionale”, della pulsione, in questo caso orale cannibalica. “Ti amo tanto da mangiarti!”, (ma si potrebbe anche dire “Ti amo, giacché ti mangio”). “Ti amo tanto da farti diventare parte di me. Me, in modo radicale e assoluto! Il mio amore dunque è radicale e assoluto”, ossia è proprio l’amore orale cannibalico.
Senza di me tu non esisti; così io non esisto senza di te! Non ti amo, ti adoro! Ma che dico ti adoro, ti idolatro! Per amarti così, capisci bene che devo mangiarti… divorarti d’amore! E tu del resto mi corrispondi, perché rispondi alla mia domanda e mi divori d’amore a tua volta… Che cosa resterà di noi alla fine di questo rituale sacro, carnale, crudele?” Chi per primo affonderà i denti nel morso fatale? Chi sopravviverà? Il luogo psichico ove si celebra l’unione rituale è un luogo ideale, dove cannibalismo e amore coesistono, e si consuma il rito… carnale.
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