L’associazione dei consumatori, analizzando otto campioni di riso basmati, ha rilevato la presenza di pesticidi in circa la metà dei campioni, e aflatossine in cinque di essi.
Gli studiosi della piattaforma congiunta Fondazione Umberto Veronesi-Neuromed hanno osservato che un consumo quotidiano di tre cucchiai di olio d’oliva si associa a un ridotto rischio di mortalità per il cancro.
Diversi studi associano il consumo di olio d’oliva a tassi ridotti di mortalità per malattie cardiovascolari; ora, una nuova ricerca ne ha osservato l’impatto positivo anche nel ridurre la mortalità per tumore.
Lo studio, pubblicato sull’European Journal of Clinical Nutrition, è stato realizzato da Piattaforma Congiunta Fondazione Umberto Veronesi- Irccs Neuromed, in collaborazione con la Clinica Mediterranea Cardiocentro di Napoli e l’Università Lum “Giuseppe Degennaro” di Casamassima (Ba), nell’ambito del Progetto UMBERTO per la prevenzione dei tumori.
Gli studiosi hanno analizzato i dati di quasi 23mila italiani, uomini e donne con età media 55,4 anni, partecipanti allo studio epidemiologico Moli-sani, che sono stati seguiti per oltre 12 anni e di cui erano disponibili dettagliate informazioni sui consumi alimentari. Si è osservato che un maggiore consumo di olio d’oliva è associato a tassi più bassi di mortalità non solo per le malattie cardiovascolari, ma anche per i tumori e per tutte le cause, indipendentemente dalla qualità complessiva della dieta.
Nello specifico, i partecipanti allo studio avevano un consumo medio di olio d’oliva di 23,3 grammi al giorno. Un maggiore consumo, pari o superiore a tre cucchiai al giorno (30 g circa) di olio di oliva, è risultato essere associato a una minore incidenza di tutte le cause di morte. Nel complesso, dall’analisi dei biomarcatori infiammatori, metabolici, cardiovascolari e renali, è emerso come il consumo più elevato di olio d’oliva abbia ridotto l’associazione con la mortalità per tutte le cause e per il cancro rispettivamente del 21,2 per cento e del 13,7 per cento.
Secondo gli studiosi, la riduzione di mortalità per tumore appare spiegata, seppure parzialmente, da un miglioramento del profilo di alcuni fattori di rischio tipicamente legati alle patologie cardiovascolari. L’ipotesi è che malattie croniche diverse come ad esempio tumori e infarto del cuore potrebbero condividere gli stessi fattori di rischio e gli stessi meccanismi molecolari.
Il nesso è ancora da approfondire, così come si potrebbe indagare su come si modifica l’effetto dell’olio d’oliva sulla salute umana in base al tipo di prodotto e al diverso contenuto di composti bioattivi, come i polifenoli. Gli autori dello studio sottolineano in ogni caso l’importanza di integrare l’olio d’oliva, un elemento centrale della dieta mediterranea, nelle abitudini alimentari quotidiane.
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