Clima, l’obiettivo degli 1,5 gradi è ormai quasi impossibile da centrare

Un nuovo rapporto delle Nazioni Unite conferma: occorrono misure drastiche se si vorranno centrare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima.

Salvare il clima della Terra, limitando la crescita della temperatura media globale ad un massimo di 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali, entro la fine del secolo, sarà impossibile senza che vengano adottate misure drastiche e immediate. A spiegarlo un nuovo rapporto delle Nazioni Unite, curato da una serie di agenzie con il supporto di scienziati ed esperti.

Emissioni, transizione, eventi estremi: un quadro inquietante

Il documento, intitolato “United in Science 2021”, rappresenta un grido d’allarme sul clima a poche settimane dall’avvio della ventiseiesima Conferenza mondiale sul clima che si terrà a Glasgow all’inizio di novembre (la Cop 26). Secondo il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, il rapporto rappresenta “l’una diagnosi allarmante che mostra fino a che punto il mondo ha deviato rispetto alla traiettoria necessaria”.

Nella prefazione, il diplomatico portoghese ha aggiunto che “quest’anno, le emissioni legate alle energie fossili sono tornate a crescere, le concentrazioni di gas ad effetto serra nell’atmosfera continuano ad aumentare e gli eventi meteorologici estremi aumentano di frequenza e colpiscono anche la salute e i mezzi di sussistenza in tutti i continenti. Per questo, senza una riduzione immediata e sul larga scala delle emissioni, l’obiettivo degli 1,5 gradi centigradi sarà impossibile da raggiungere, con conseguenze catastrofiche per le popolazioni e per il Pianeta”.

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Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres © Sean Gallup/Getty Images

Guterres: “La Cop 26 potrebbe rivelarsi un insuccesso”

La dispersione di CO2 nell’atmosfera terrestre, infatti, dopo aver raggiunto un picco nel 2019, è successivamente calata del 5,6 per cento nel 2020. Ma ciò unicamente a causa della pandemia e delle numerose restrizioni alle attività economiche sono state imposte dai governi di tutto il mondo. Se si escludono i trasporti aerei e marittimi, le emissioni mondiali nei primi sette mesi del 2021 sono tornate quasi a livelli pre-crisi.

Nelle sessioni di negoziati sul clima che hanno preceduto finora la Cop 26, inoltre, i governi non hanno raggiunto risultati di rilievo. Al summit di Glasgow, come se non bastasse, non è detto che possano partecipare tutti gli stati del mondo: in molte nazioni la campagna vaccinale è ancora estremamente indietro rispetto ai paesi più ricchi del mondo. Per questa ragione, decine di organizzazioni non governative hanno chiesto di ritardare nuovamente la conferenza.

Il 20 settembre si terrà un summit sul clima a porte chiuse

“Credo che la Cop 26 rischi di rivelarsi un insuccesso”, ha ammesso Guterres all’agenzia Reuters. Specificando che “sussiste una mancanza di fiducia tra il Nord e il sud del mondo, tra nazioni sviluppate e in via di sviluppo, che occorre superare. Siamo sull’orlo del baratro ed è per questo che occorre prestare molta attenzione il prossimo passo che decideremo di fare a Glasgow”.

Per questa ragione, lo stesso segretario generale delle Nazioni Unite, ha deciso di organizzare, con il primo ministro britannico Boris Johnson, un summit mondiale sul clima a porte chiuse che si terrà nella giornata di lunedì 20 settembre. Con l’obiettivo di tentare di serrare i ranghi in vista della Cop. La riunione, tuttavia, non vedrà la partecipazione di tutti i governi: solo una quarantina di nazioni saranno rappresentate. Ciò nonostante, fonti interne all’Onu riferite dall’agenzia Afp si augurano che il vertice possa consentire agli esecutivi di parlarsi in modo “franco”.

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