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Esiste una lista ufficiale di cocktail dell’International Bartenders Association che, contrariamente a quanto si possa superficialmente pensare, contiene insidie per i vegani. Panna, creme e albumi d’uovo in Alexander, B52, Grasshopper e non solo.
Ondate di moda, ricorrenti, alcoliche, lanciano e rilanciano il fascino dei cocktail dai film di James Bond a quelli con Tom Cruise, nei bar di tutto il mondo. L’arte della miscelazione è glamour, è stuzzicante, è sempre trendy. Il cocktail è uno short drink, un mix di varie componenti attorno a una base forte, un liquore distillato ad alta gradazione alcolica, che grazie a un’alchimia di colori, accostamenti di sapori e sapienti gestualità, diviene ancor più piacevole e sorprendentemente leggero al palato.
Ghiaccio, shaker, mixer, stirrer e misurino servono per divertirsi, per intrattenere gli ospiti e deliziare le ragazze. Per chi però segue un regime alimentare vegano, non tutti i cocktail sono accettabili.
Brandy Alexander
Sofisticato e non vegano drink da dopo cena. 3 cl di brandy, 3 cl di Créme de Cacao Bols, 6 cl di panna nello shaker. Si completa con spolverata di noce moscata e una fragola. Ne è nota anche la versione col rum al posto del brandy, Rum Alexander.
Clover Club
Oltre a 4,5 cl di gin, sciroppo di lampone e succo di limone, richiede qualche goccia di albume d’uovo, da shakerare.
Porto Flip
Si shakerano 1,5 cl brandy, 4,5 cl di Porto rosso, e anche qui albume d’uovo.
Ramos Gin Fizz
È un longdrink dalla complessa preparazione, e ha dentro 4,5 cl di gin, sciroppo di zucchero, lime, poi ben 6 cl di panna e 1 albume d’uovo; poi aromi, acqua d’arancio, vaniglia.
White Russian
Per farlo bisogna mescolare vodka (5 cl), liquore al caffè (2 cl) e panna fresca. Però, la versione vegan è già prevista dalla lista Iba, il Black Russian: solo vodka e liquore al caffè, senza panna.
Golden Dream
Questo cocktail da dopo cena si compone di 2 cl di Galliano, 2 cl di Triple Sec, 2 cl di spremuta d’arancia e 1 cl di panna fresca.
Grasshopper
Questo celebre cocktail d’aperitivo richiede 3 cl di Crème de cacao (bianca) che, prodotta da Bols, ha latte tra gli ingredienti. Poi 3 cl di Crème de Menthe (verde) e 3 cl di panna fresca.
Irish Coffee
Whiskey irlandese, 4 cl. Caffè bollente, 9 cl. Ma poi servono anche 3 cl di panna fresca.
B52
Questo spettacolare cocktail after dinner si serve infiammando la superficie di Grand Marnier. I layer purtroppo sono di Kahlúa (2 cl), di Baileys Irish Cream (2 cl) e il top di Grand Marnier.
Pisco Sour
Un cocktail per tutto il giorno, ma non per i vegani. Nello shaker si dovrebbero mettere 5 cl di Pisco, 2 cl di sciroppo di zucchero, 3 cl di succo di limone, 1 chiara d’uovo. Si verserebbe poi, spumoso, in un flute ghiacciato con due gocce d’Angostura.
White Lady
Può essere servito sia in flute che in bicchiere da cocktail. Si shakerano 3 cl di gin, 1,5 cl di Cointreau, 1,5 cl di succo di limone con un cucchiaino di chiara d’uovo.
Pina Colada
Questo cocktail, se vegano o no, dipende dal rispetto o meno delle regole Iba. La ricetta originale, che si dice inaugurata nel 1954 al Caribe Hilton, richiede solo 3 cl di rum bianco, 9 cl di succo d’ananas, 3 cl di latte di cocco. Solo che da molte parti si usano ricette più pannose, per renderlo più gradito: per esempio Anne Wilson per Murdoch Books prescrive: 4,5 cl di rum bianco, 3 cl di latte di cocco, 1,5 cl di panna (da-daan), sciroppo di zucchero e succo d’ananas.
Rum caldo al burro
Questa preparazione invernale, calda, si basa sulla spumetta che il burro crea in superficie, quindi è vietata ai vegani: si dovrebbe amalgamare un cucchiaino di burro con zucchero e cannella, metterlo in un bicchiere col manico, versare 4,5 cl di rum scuro e completare con acqua bollente.
Margarita
Secondo alcune ricette, l’insidia è doppia per i vegani in questo, che è il più famoso cocktail a base di tequila, liquore nazionale messicano. Una, oltre a 4,5 cl di tequila, 3 cl di succo di limone e 1,5 cl di Cointreau, dicono di mettere un cucchiaino di chiara d’uovo. Due, se – come s’usa tradizionalmente – si brina il bordo del bicchiere col sale, alcuni usano intingerlo nell’albume e poi nel sale. Altrimenti si usa il succo di limone.
Melon Sour
6 cl di liquore al melone, 3 cl di vodka, 3 cl di succo di lime e anche qui un cucchiaino di albume d’uovo nello shaker.
Fluffy Duck
Drink ricco e cremoso che prevede l’uso di Advocaat, liquore a base d’uovo e brandy. Per farlo si mixano 3 cl di rum chiaro, 3 cl di Advocaat, 1,5 cl di Cointreau, 3 cl di succo d’arancia, 3 cl di panna.
Golden Dream
Cocktail originalissimo fatto con due superalcolici iconici, il Galliano (d’origini italiane! Alla vaniglia) – 3 cl – e il Cointreau, aromatizzato all’arancia, 2 cl. A cui s’aggiungerebbero 2 cl di succo d’arancia e 2 cl di panna.
Questa lista vale come divertissement, solo per introdurre un tema che, per chi segue il regime alimentare vegano, va assolutamente approfondito ulteriormente. Per esempio, è noto che il colorante E120 (cocciniglia), che si fa con il sangue degli insetti, può essere presente in sciroppi e in alcolici rossi e arancioni, ma lo si legge in etichetta perché è obbligatorio indicarlo come ingrediente, se c’è. E vini e vermouth potrebbero prevedere, nel corso del procedimento industriale per la loro produzione, l’uso di sostanze di origine animale come colla di pesce e albumi. Per sapere se un dato alcolico di qualunque marca è vegan o no, esiste un database consultabile online: www.barnivore.com. Salute.
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