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L’uomo si nutre di energia-colore, che determina tanto le funzioni fisiologiche quanto quelle sociali. L’uomo sceglie il suo colore in base al carattere.
Esiste un rapporto istintuale e ancestrale tra l’uomo e il colore: il paziente febbricitante ad esempio, odia la luce e i colori caldi in quanto il suo organismo ha già accumulato un eccesso di calore, che la malattia stessa provvederà a consumare. Non è un caso che, durante la convalescenza, il paziente torni a ricercare il “sole”, ovvero le radiazioni calde, per compensare l’energia perduta durante la malattia. Analogamente, è naturale che chi è affetto da disturbi collegati ad un deperimento organico cerchi invece le radiazioni calde che stimolano la crescita.
Una serie di esperimenti effettuati negli anni settanta dal dottor Walter Bernasconi, psicoantropologo svizzero direttore della Società Internazionale di Medicina Biologica di Lugano, oltre che titolare di cattedre universitarie presso famose università (San Diego, Maastricht, Magdeburgo, Sofia), hanno dimostrato come l’energia del colore generi non solo risposte chimiche e meccaniche ma anche comportamentali sui sistemi irradiati. Per quel che riguarda la sperimentazione su piante, muffe e animali, i risultati sono sempre risultati univoci: i colori caldi stimolano la crescita e il movimento verso il mondo, inducendo uno stato di eccitazione propedeutico alla socialità, mentre i colori freddi lo inibiscono, rallentando la crescita fisiologica e favorendo un’azione di rilassamento.
Nell’uomo, tuttavia, il vissuto del colore risulta differenziato: mentre alcuni soggetti, irradiati con un colore freddo reagiscono rilassandosi, altri manifestano uno stato di ansia ed eccitazione. L’essere umano dunque si riporta al colore con modalità individuali, relative al carattere quanto al suo stato di salute del momento. In altre parole, a differenza di altre specie viventi, esso reagisce ai diversi stimoli con un proprio “vissuto”, che varia a seconda della situazione, oltre che da soggetto a soggetto.
Ogni colore infatti, secondo la teoria del ricercatore svizzero, genera un particolare “movimento verso il mondo“: il rosso induce all’aggressione, il giallo alla seduzione, il verde alla diffidenza, il blu alla sottomissione, il nero alla pianificazione.
L’uomo, come tutti gli esseri dotati di vita, si nutre di energia-colore. Tuttavia, ciò che lo distingue dagli altri viventi sta nell’individualità del suo approccio ad essa. A seconda delle particolarità del suo carattere, l’uomo si nutre dei colori specifici atti a sostenerlo e proporzionati alle esigenze della natura che lo caratterizza. Anche qui, come in tutte le terapie energetiche, l’armonia è data dalla collaborazione dei diversi elementi ed il segreto della terapia sta nel ristabilirne il giusto equilibrio.
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