La Cop28 è finita, ma bisogna essere consapevoli del fatto che il vero test risiede altrove. Dalla disinformazione al ruolo delle città, ciò che conta avviene lontano dai riflettori.
Le compagnie petrolifere europee scrivono al responsabile Onu per il clima
Un accordo sulle emissioni. L’abbandono graduale del carbone a favore del gas naturale. E tra le compagnie europee e americane si crea una frattura.
Ne parlano il Wall Street Journal e Bloomberg Business: i dirigenti delle maggiori compagnie petrolifere europee hanno fatto recapitare una lettera a Christiana Figueres, responsabile Onu per il clima e al ministro francese degli Esteri, Laurent Fabius, chiedendo un accordo sul clima alla Conferenza di Parigi e una riduzione degli investimenti sul carbone a favore del gas naturale.
Lo conferma il numero uno di Total, Patrick Puoyanné: “Insieme alle rinnovabili è importante promuovere l’uso del gas naturale così da sostituire il carbone. Si potrebbe così contribuire a raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni”.
Uno spostamento dal carbone al gas naturale, quindi. E sono le maggiori compagnie petrolifere europee a chiederlo: la Royal Dutch Shell, Bp, Total, Eni. Negli ultimi anni infatti stanno già aumentando la produzione di gas: ad esempio attualmente metà delle produzione della Bp è in gas naturale.
Una richiesta non appoggiata dai giganti americani, come Exxon Mobil, che apertamente si discosta dalle dichiarazione d’oltreoceano, o dalla World Coal Association, che punta ancora sul cosiddetto “carbone pulito”.
Si tratta solo di un passo, ma da tenere a mente. Tanto più dopo le ultime notizie dei mesi scorsi, che hanno visto i maggiori investitori spostare la propria attenzione dalle fossili alle rinnovabili.
Lo chiede a gran voce anche il Wwf, che proprio in questi giorni svela il rapporto “Under the rug. How Governments and International Institutions are hiding billions in support to the coal – Sotto il tappeto: così i Governi e le Istituzioni internazionali nascondono miliardi a sostegno dell’industria del carbone”. Secondo l’associazione: “I Governi dei Paesi sviluppati hanno incanalato più di 73 miliardi di dollari di denaro pubblico in progetti legati al carbone, il più sporco dei combustibili fossili”.
Chiara la posizione dell’associazione: “La Cop 21 di Parigi è dietro l’angolo. Per i Paesi europei e per le istituzioni che governano l’Ue è giunto il momento di porre fine ai rinvii e dare un segnale chiaro di autorevolezza mondiale”, ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia. “L’impegno sul clima e quello a eliminare gradualmente i sussidi ai combustibili fossili devono immediatamente portare l’Ue a chiedere all’Ocse la fine dei crediti all’esportazione per il carbone”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Siamo tutti contenti del compromesso trovato alla Cop28 sulle parole, perché le parole sono importanti. Ma quando si passa all’azione?
Il testo finale della Cop28, quello che contiene anche il bilancio delle azioni fatte e quello che c’è da fare contro la crisi climatica, è stato approvato dalla plenaria.
Durante la Cop28 di Dubai, i rappresentanti arabi dell’Opec si sono riuniti a Doha per far fronte unico contro il phase out dei combustibili fossili.
Phase out, phase down, unabated. Cerchiamo di capire meglio il significato delle parole della Cop28, al fine di orientarci meglio nelle prossime ore quando arriveranno nuove bozze e nuovi documenti da analizzare.
Alla Cop28 di Dubai si attende una nuova bozza del Global stocktake, dopo quella, estremamente deludente, pubblicata lunedì. Segui la diretta.
L’Italia è stata protagonista nella dichiarazione su agroalimentare e clima, la Emirates declaration. Sulla convergenza tra questi due temi vuole costruire anche l’agenda del G7.
Riuscire a non farsi influenzare dal contesto è sempre difficile per un giornalista. A Dubai lo è ancora di più, ma questo non deve inquinare il racconto del risultato che verrà raggiunto dalla Cop28.
Nella giornata a loro dedicata, i giovani parlano di occupazione militare, economica, fossile. Mentre l’Opec chiede ai “propri” delegati di rigettare l’accordo, al-Jaber si dice “fiducioso che qualcosa di speciale possa accadere”.