La Cop28 è finita, ma bisogna essere consapevoli del fatto che il vero test risiede altrove. Dalla disinformazione al ruolo delle città, ciò che conta avviene lontano dai riflettori.
Cop 21, artisti uniti per portare la propria voce a Parigi
A pochissimi giorni dall’inizio della Cop 21, la conferenza sul clima che si svolge a Parigi dal 30 novembre, più di trecento fra artisti e figure di primo piano dell’industria creativa internazionale hanno firmato una lettera indirizzata al ministro degli Esteri francese nonché presidente della Cop 21, e a Christiana Figueres, segretario esecutivo dell’Unfccc (United
A pochissimi giorni dall’inizio della Cop 21, la conferenza sul clima che si svolge a Parigi dal 30 novembre, più di trecento fra artisti e figure di primo piano dell’industria creativa internazionale hanno firmato una lettera indirizzata al ministro degli Esteri francese nonché presidente della Cop 21, e a Christiana Figueres, segretario esecutivo dell’Unfccc (United Nation framework convention on climate change).
Alla base della redazione del testo c’è la convinzione da parte del settore creativo e artistico di poter ricoprire un ruolo fondamentale nella lotta al cambiamento climatico: Alison Tickell, coordinatirce del progetto e fondatrice di Julie’s Bicicle, ente no profit che si occupa di colmare il divario tra sostenibilità ambientale e industria creativa, ha affermato:
Cop21 non ha un’importanza esclusivamente politica. Il cambiamento climatico non riguarda solo la politica, l’economia e la scienza, ma anche la cultura. Le arti si possono muovere in direzioni diverse rispetto alla scienza o alla politica. Spesso artisti e personaggi della cultura hanno avuto un impatto estremamente importante sulla società, riuscendo a parlare più facilmente con il pubblico.
Fra i firmatari della lettera, capi di istituzioni artistiche internazionali come la Royal Opera House e la Royal Albert Hall di Londra o il Bafta (British academy of film and television arts), personalità a capo di aziende creative come John Reid, presidente di Live Nation, ma anche artisti e musicisti fra i quali Damon Albarn, David Bowie, Jack Johnson, Björk, Ian Anderson dei Jethro Tull, Jim James dei My Morning Jacket, i Coldplay al completo, David Gilmour, Bobby Gillespie dei Primal Scream e molti altri, fino ad arrivare a più di trecento firme.
Nella lettera si legge :
Siamo molto preoccupati: i sistemi economici e industriali globali attuali stanno accelerando il tasso di desertificazione, di impoverimento del suolo, il degrado degli ecosistemi, l’estinzione delle specie animali (…) Parigi offre un’opportunità storica. Perciò intendiamo insieme intensificare i nostri sforzi. Ma è necessario che ci venga data fiducia e venga riconosciuta la nostra capacità di rafforzare gli interventi previsti a livello politico.
In occasione della Cop21, inoltre, si svolgerà il Pathway to Paris, concerto che si terrà il 4 dicembre nella capitale francese e a cui interveranno anche Naomi Klein, l’ambientalista statunitense Bill McKibben e Vandana Shiva. Fra gli ospiti musicali: Patti Smith, Flea e Thom Yorke.
A questo proposito, qualche giorno fa, Thom Yorke ha rilasciato un’intervista alla rivista francese Télérama in cui ha parlato di cambiamento climatico e del ruolo che può avere l’arte nel cambiare le coscienze: Yorke si è personalmente interessato alle tematiche ambientaliste a partire dagli anni Novanta, decidendo anche di eliminare la carne dalla sua dieta, e con i Radiohead ha collaborato attivamente a svariati progetti per Greenpeace, Friends of The Earth e art.350.org.
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