Il governo del Regno Unito ha annunciato sabato 19 dicembre un nuovo lockdown a Londra, nell’Inghilterra sud-orientale e in una parte di quella orientale. Complessivamente, più di 16 milioni di persone dovranno restare a casa e rinunciare al pranzo di Natale. L’Organizzazione mondiale della sanità, infatti, ha lanciato un appello a “rafforzare i controlli” sulla nuova variante del coronavirus che in questo momento circola proprio sul territorio britannico (ma che è già stata trovata anche in Danimarca, Paesi Bassi e Australia).
#Speranza firma una nuova ordinanza che blocca i voli in partenza dalla GB. Chiunque si trovi già in Italia, proveniente dal Regno Unito, è tenuto a sottoporsi a tampone. "La variante del #Covid è preoccupante , va approfondita dai nostri scienziati'https://t.co/ziOagb3yh8
Stop ai voli anche da Paesi Bassi, Belgio, Francia e Germania
La reazione non si è fatta attendere da parte degli esecutivi di altre nazioni. Dapprima i Paesi Bassi hanno sospeso, nella mattinata di domenica 20 dicembre, tutti i voli passeggeri provenienti dal Regno Unito, fino al prossimo 1 gennaio. Il primo ministro olandese, Mark Rutte, ha lanciato inoltre un appello ai proprio cittadini affinché limitino i viaggi ai casi di necessità assoluta. In un comunicato ha annunciato quindi che “nei prossimi giorni, assieme ad altri paesi dell’Unione europea, valuteremo cosa fare per limitare ulteriormente il rischio di importare la nuova variante del coronavirus”.
Poco dopo, anche l’Italia e il Belgio hanno deciso di adottare una misura analoga. “Abbiamo il dovere di proteggere la popolazione”, ha dichiarato su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Assieme al ministro della Salute Roberto Speranza hanno sospeso allo stesso modo i collegamenti aerei con la Gran Bretagna.
Regno Unito, verso la chiusura dei voli dal Paese. "Trovata variante del virus, abbiamo di fronte un problema nuovo. In attesa di capire bene abbiamo scelto di bloccare i voli" @robersperanza ministro della Salute#mezzorainpiù@RaiTrepic.twitter.com/w1wHdVY7tY
In Africa solo 15 stati hanno vaccinato il 10 per cento della popolazione entro settembre, centrando l’obiettivo dell’Organizzazione mondiale della sanità.
I cani sarebbero più affidabili e veloci dei test rapidi per individuare la Covid-19 nel nostro organismo. E il loro aiuto è decisamente più economico.
L’accesso ai vaccini in Africa resta difficile così come la distribuzione. Il continente rappresenta solo l’1 per cento delle dosi somministrate nel mondo.
La sospensione dei brevetti permetterebbe a tutte le industrie di produrre i vaccini, ma serve l’approvazione dell’Organizzazione mondiale del commercio.