![Quale futuro per la moda dopo le elezioni europee? Partiamo da un’impronta di 270 chili di CO2 pro capite](https://cdn.lifegate.it/ci0L96y2NsAcq9l63DCW6TMjH54=/470x315/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2024/07/moda-impronta-carbonio.jpg, https://cdn.lifegate.it/_z9fzQYGz80VYA7O-67uDUnHy8s=/940x630/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2024/07/moda-impronta-carbonio.jpg 2x)
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La moda dei costumi da bagno ecologici arriva sulle nostre spiagge. Ecco alcuni consigli per riconoscere i materiali giusti e scegliere i marchi che li impiegano.
La moda sostenibile amplia il suo raggio d’azione raggiungendo anche l’abbigliamento per il mare. Sono molti i marchi che propongono costumi da bagno a basso impatto ambientale fatti con tessuti ecologici, innovativi e altamente performanti. Le ragioni di questa tendenza sono da rintracciare nell’intento di ridurre l’inquinamento dell’industria dell’abbigliamento che è solita produrre questo genere di capi con tessuti sintetici come il nylon e il poliestere, derivati da fonti fossili nonché trattati con abbondanti sostanze chimiche tossiche tanto per l’ambiente quanto per le persone.
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La prima indicazione da seguire per scegliere costumi da bagno ecologici è quella di consultare l’etichetta per scoprire la composizione dei materiali impiegati. Nella fattispecie, è sempre bene verificare che i tessuti utilizzati siano provenienti da materie prime naturali, riciclate o comunque certificate.
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Molti dei costumi da bagno a basso impatto sono, infatti, composti da nylon di origine vegetale, fibre sintetiche come il Tencel o il Biophyl derivate rispettivamente dalla cellulosa e dal saccarosio di mais, oltre ad altri tessuti fatti con materiali di riciclo quali vecchie reti da pesca e rifiuti plastici recuperati dagli oceani.
Con l’aumentare dei consumatori consapevoli anche i costumi da bagno ecologici sono diventati un articolo molto richiesto sul mercato, per questo alcuni marchi conosciuti hanno ideato delle collezioni mare sostenibili per l’estate 2018.
Tra questi, Benetton ha lanciato la linea Bio beachwear realizzata con nylon Evo ricavato dai semi di ricino, la cui lavorazione implica un notevole risparmio di acqua e una riduzione del 25 per cento di emissioni CO2 rispetto alla tradizionale fibra sintetica derivata dal petrolio. Allo stesso modo, H&M ha ampliato la sua gamma di prodotti Conscious, il nome della sua collezione sostenibile, con l’introduzione di costumi da bagno realizzati in poliestere riciclato e, dal 2019, ci penserà anche Yamamay recuperando la plastica per impiegarla nella realizzazione di un’esclusiva linea mare.
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Non solo marchi noti: sono molte le realtà che si sono dedicate alla produzione di costumi da bagno ecologici sin dalla loro nascita. Emroce, per esempio, è un marchio italiano fondato dalla neozelandese Emma Churchill che propone modelli realizzati con il 65 per cento di poliammide riciclata (nylon) e il 35 per cento di lycra, cercando di ridurre al minimo gli sprechi di tessuto. Segnaliamo anche il marchio tedesco Mymarini che produce costumi da bagno equo solidali, nonché fatti con tessuti certificati Oeko-Tex liberi da sostanze tossiche e Vissla, una realtà specializzata in abbigliamento da surf che cerca ogni giorno soluzioni innovative, come l’utilizzo del calcare al posto delle sostanze petrolchimiche o degli pneumatici di gomma da scarto al posto del neoprene, per ridurre il proprio impatto sull’ambiente. Ci sono poi brand nascenti come l’impresa sociale Slo active che intende produrre abbigliamento da mare in tessuti come Yulex Pure, una gomma vegetale e un’alternativa al materiale tossico neoprene, allo stesso tempo contribuendo fondi a iniziative per ripulire gli oceani dall’inquinamento della plastica. Perché anche con un semplice costume da bagno possiamo ridurre il nostro impatto e quello delle nostre vacanze.
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