Covid-19

Quali sono i sintomi della Covid-19 e come riconoscerli

I sintomi, la perdita di gusto e olfatto, i rimedi e la convalescenza. Un riepilogo delle nozioni base da conoscere per riconoscere la Covid-19.

È passato quasi un anno dal primo caso di coronavirus registrato nella città di Wuhan, in Cina, il 31 dicembre 2019. In questi 365 giorni abbiamo visto il Sars-Cov-2, questo il nome del virus, diffondersi in tutto il modo, colpendo persone di ogni età e stato di salute. La Covid-19, la malattia che provoca, presenta sintomi molto simili a quelli di un banale raffreddore, cosa che rende particolarmente difficile identificarla correttamente.

Conoscere i sintomi e lo sviluppo della Covid-19 può aiutare a fermarne la diffusione

Secondo l’ultimo bollettino del ministero della Salute di domenica 8 novembre, sono 935.104 le persone che hanno contratto la Covid-19 nel nostro paese, di cui più di 32mila solo nell’ultima giornata di rilevamenti. Essere a conoscenza dei sintomi e dello sviluppo della malattia piò aiutare a riconoscere prima un eventuale contagio e ad attuare tutte le misure di difesa personale per tutelare sé stessi e gli altri da una possibile infezione. Abbiamo parlato con la dottoressa Stefania Piloni, medico specialista in ostetricia e ginecologia, per ripercorrere le nozioni fondamentali da conoscere.

I sintomi della Covid-19

  • febbre: temperatura corporea che supera i 37.5 gradi
  • tosse secca
  • stanchezza
  • spossatezza
  • indolenzimento muscolare
  • mal di gola
  • dissenteria
  • cefalea
  • perdita del gusto e dell’olfatto
  • bruciore agli occhi
  • congiuntivite
  • dermatite ed eruzioni cutanee

Quali sono i sintomi più comuni della Covid-19?
I primi sintomi più comuni sono febbre, tosse secca, sensazione di stanchezza e spossatezza. Altri sintomi possono essere dolenzia muscolare, mal di gola, dissenteria, cefalea, sensazione di bruciore agli occhi e congiuntivite, fenomeni di dermatite ed eruzioni cutanee. Nella maggior parte dei casi le persone sviluppano questi sintomi fastidiosi ma semplici, solo raramente insorgono i sintomi gravi come il fiato corto, la difficoltà respiratoria, la sensazione costrittiva e oppressiva al petto durante i movimenti di respirazione.

Dopo quanto si sviluppano i primi sintomi?
Da quando il virus viene contratto passano circa 5-6 giorni prima che i sintomi siamo evidenti, ma questo periodo di incubazione può essere anche più lungo e talvolta i sintomi appaiono dopo circa 14 giorni.

una persona si copre la bocca con una mascherina
Essere a conoscenza dei sintomi e dello sviluppo della malattia piò aiutare a riconoscere prima un eventuale contagio © Emanuele Cremaschi/Getty Images

Come mai i sintomi variano così tanto (per intensità e durata) da persona a persona?
I sintomi variano perché le persone rispondono alle malattie in modo differente. Una persona può essere vulnerabile mentre un’altra persona, anche della medesima famiglia, può essere più forte. Alcune patologie croniche rendono le persone più fragili all’attacco dei virus. Il diabete, le cardiopatie, l’età senile sono alcune delle situazioni che creano esposizione e fragilità. Il fumo di sigaretta, l’obesità, altre patologie concomitanti respiratorie (ad esempio l’enfisema polmonare) e alcune terapie (ad esempio le chemioterapie) espongono maggiormente le persone al rischio di un’evoluzione verso un quadro grave di malattia. Infine, la risposta immunologica è diversa fra gli individui, alcune persone hanno forte resistenza, altre invece mostrano quadri più vulnerabili e compromessi.

Perché il virus colpisce gusto e olfatto?
Il virus colpisce l’apparto respiratorio, e naso e bocca sono la prima porta di accesso dell’apparato respiratorio.  Molte persone hanno dapprima un’alterazione nella percezione del gusto che poi si trasforma in una perdita di olfatto e di gusto pressoché completa. Inoltre, il nostro sistema gustativo è fondato sull’olfatto, la maggior parte dei sapori vengono avvertiti attraverso l’olfatto, oltre che attraverso la lingua. Basti pensare a cosa accade durante un comune raffreddore che ci toglie la capacità gustativa anche di un piatto saporito. In particolare, però, si ritiene che il coronavirus possa colpire il nervo trigemino, le cui terminazioni sono anche nell’epitelio olfattivo, alterandone così la sua sensibilità, e che dunque l’area cerebrale destinata all’elaborazione dei segnali olfattivi e gustativi possa essere compromessa, anche se in modo transitorio.

medico si protegge contro il coronavirus
Il virus colpisce l’apparto respiratorio, e naso e bocca sono la prima porta di accesso dell’apparato respiratorio © Michele Lapini/Getty Images

Cosa bisogna fare se si hanno i sintomi della Covid-19?
In caso di febbre o di sintomi legati al coronavirus occorre informare il medico di base e seguire le sue direttive. È necessario comunque isolarsi e non uscire di casa. Isolarsi significa anche mantenere la distanza dai conviventi, tenere la mascherina in casa e vivere se possibile in una stanza senza condividere questo spazio con altri (ad esempio per una coppia significa anche dormire separati). Anche i famigliari che assistono il malato devono porre grande attenzione quando si interfacciano con altre persone esterne alla famiglia, facendo ancora più attenzione alla mascherina, al lavaggio delle mani e al distanziamento. Per chi vive nella stessa abitazione meglio evitare la condivisione di stoviglie, schermi touch, e meglio separare la biancheria e i vestiti nella lavatrice.

Qual è la sua opinione sui rimedi che rinforzano il sistema immunitario?
Il sistema immunitario viene rafforzato dalle passeggiate all’aria aperta, dalla luce del sole, dalla vicinanza al mare. Ma tutte queste buone abitudini sono impossibili nel tempo del lockdown. Nulla però ci impedisce di avere una buona alimentazione, di mangiare cibi freschi e di stagione, di evitare cibi ricchi di calorie ma poveri dal punto di vista nutritivo come i cibi spazzatura. Si è detto spesso che la vitamina C è di grande aiuto, ricordiamoci allora gli agrumi e tutte le verdure fresche.

  • La lattoferrina è una glicoproteina da sempre molto studiata per il suo sostegno all’apparato immunologico: è in grado di “rubare” il ferro non legato dalle aree dove si concentra la maggior infiammazione, e questo meccanismo è molto favorevole nel controllare il forte stato infiammatorio che la Covid-19 riesce a scatenare.
  • La quercitina è un flavonoide, una sostanza naturale con spiccate proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, ed è molto ben tollerata. In natura è presente nel the verde, nei capperi, in molti vegetali a foglia verde, nelle cipolle di tropea e anche nel radicchio.
  • L’echinacea è una pianta di grande versatilità, molto forte nello scudo immunologico, è uno dei migliori antivirali naturali. La sua grande forza è quella di essere davvero adatta a tutti, ai bambini ma anche agli anziani, funziona bene anche sulla prevenzione della comune influenza stagionale.
  • Lo zinco è un minerale importante per le difese immunologiche, il suo deficit può portare a alterazioni dell’integrità del sistema immunologico. Infatti questo minerale è molto carente negli anziani.
  • La vitamina D è stata validata da molti studi come grande alleata dello spettro immunologico delle persone. In questo anno difficile in cui è mancata l’esposizione solare durante la primavera il contributo della vitamina D è certamente molto importante
  • I probiotici sono ottimi modulatori della risposta immunitaria che parte sempre dall’intestino. La regolazione del microbiota intestinale crea una fortissima protezione davanti all’invasione dei ceppi virali e batterici

Come deve comportarsi una persona che affronta la convalescenza? Come può viverla al meglio?
La convalescenza è la strada di recupero e di guarigione, è la via maestra di uscita dalla malattia. Le persone scarsamente sintomatiche hanno convalescenze rapide, molti bambini e molti giovani hanno minime compromissioni dello stato di salute e recupero velocemente. Ma chi è stato più esposto e ha avuto febbre e sintomi respiratori esce dal coronavirus con qualche strascico e con difficoltà respiratoria. I pazienti che hanno conosciuto le terapie intensive potrebbero mostrare esiti respiratori di grande difficoltà e di lunga durata. Dunque, potremmo dire che non esiste una regola generale perché questo virus non ha abitudini fisse, sia nello sviluppo della patologia sia nella fase di guarigione. L’importante è attenersi sempre al consiglio medico e recuperare a piccoli passi, nella coscienza piena di uno scampato, importante, pericolo.

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