
L’orsa Jj4 e l’orso Mj5 non saranno abbattuti almeno fino al 27 giugno. Lo ha decisio il Tar di Trento, accogliendo le istanze dei gruppi animalisti.
Il National Parks Service ha denunciato il sotto-finanziamento dei parchi statunitensi e annunciato il ricorso a donazioni di aziende. I cittadini americani però non ci stanno.
Immaginate l’Half Dome, la titanica roccia granitica simbolo del Parco nazionale di Yosemite, in California, con impresso il logo rosso di Coca cola, oppure lo stemma di Mc Donald campeggiare su una delle monumentali pareti del Grand Canyon. Si tratta di uno scenario raccapricciante ed iperbolico ma, purtroppo, neppure così fantasioso.
Proprio quest’anno, ad agosto, il National Parks Service (Nps), l’agenzia federale statunitense incaricata della gestione dei Parchi nazionali e delle aree protette, festeggia il suo centesimo anniversario. Si tratta però di un compleanno amaro, i parchi degli Stati Uniti sono in crisi economica. La mancanza di fondi, ha denunciato il Nps, è una conseguenza dei costanti tagli effettuati negli anni dal governo federale al bilancio destinato ai parchi. “I dati evidenziano il sotto-finanziamento cronico dei nostri parchi nazionali – ha affermato Craig Obey, vice presidente del Nps. – A meno che il Congresso non intraprenda un’azione immediata e sostanziale, i luoghi più belli d’America cadranno a pezzi”.
Secondo la ong ambientalista National Parks Conservation Association, negli ultimi cinque anni il bilancio destinato ai parchi americani è stato ridotto del 62 per cento, lasciando un deficit di oltre undici miliardi di dollari, soldi necessari alla manutenzione di strade, sentieri e centri visitatori. Considerati i tagli governativi il Nps ha deciso di rivolgersi a donatori privati per finanziarsi, in altre parole alle grandi aziende. Attualmente tali donazioni costituiscono il 9 per cento del bilancio del Nps, ma i donatori privati inizieranno a svolgere un ruolo sempre più importante e più visibile.
I funzionari del Nps hanno precisato che l’avvento di donatori privati non trasformerà i parchi in surrogati di Times Square. Secondo le nuove regole le aziende non potranno essere riconosciute come sponsor ufficiali e non saranno ceduti i diritti sui nomi di monumenti naturali o storici. Ciò però non significa che i nomi degli sponsor non saranno visibili o associati ai parchi, i loro loghi saranno stampati su opuscoli, newsletter, poster, cartoline, striscioni, veicoli del Nps, all’interno dei centri visita e dell strutture presenti nei parchi, lungo i percorsi, nelle aree verdi e forse persino nei contenitori anti-orso.
Gli americani non vedono però di buon occhio questo cambio di tendenza e vorrebbero che le aziende stessero alla larga dai patrimoni naturali. Una petizione online, nata proprio per protestare contro questa decisione e denunciare il conflitto di interessi che avrebbero alcune aziende sponsor, ha già raccolto oltre 24mila firme. “I parchi sono uno spazio sacro, molto raro nella società moderna in quanto liberi dall’influenza delle aziende e così dovrebbero rimanere”, si legge nel testo della petizione.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
L’orsa Jj4 e l’orso Mj5 non saranno abbattuti almeno fino al 27 giugno. Lo ha decisio il Tar di Trento, accogliendo le istanze dei gruppi animalisti.
Scoperto un nuovo albero tropicale nella foresta Ebo, in Camerun, che Leonardo DiCaprio ha contribuito a proteggere. Per questo gli scienziati glielo hanno dedicato.
In ripresa il tonno, mentre il drago di Komodo risulta in pericolo a causa dei cambiamenti climatici. Squali e razze a rischio a causa della pesca eccessiva.
Una ricerca dell’Ispra evidenzia come il consumo di suolo rappresenti ormai un’emergenza nazionale: nelle due città persi oltre 4mila ettari in 14 anni.
La riduzione massima consentita delle colonie di api a causa dell’utilizzo di pesticidi, passa dal 7 al 10 per cento. Ora l’Efsa dovrà finalizzare il documento di orientamento.
Intervista a Piera Tortora, coordinatrice del progetto Sustainable ocean for all dell’Ocse: “Si rischiano effetti globali catastrofici e irreversibili”.
Una rovere di quasi mille anni, cresciuta resistendo alle intemperie, è la testimone che servirà per capire come è cambiato e cambierà il clima nel bacino del Mediterraneo.
Il Piano per la biodiversità approvato dalla Commissione europea prevede di coltivare il 25 per cento delle superfici agricole con metodo bio.
Dal bosco manzoniano alla foresta edibile, il Parco Nord di Milano sta cambiando volto, mostrando un altro volto della forestazione urbana.