
In tutto il mondo crescono superfici agricole coltivate a biologico e produttori, ma serve una spinta ai consumi verso la transizione agroalimentare.
La Isla Bonita, per anni nella condizione di non potersi permettere i pesticidi, si ritrova un ambiente naturale incontaminato dove la moria d’api non si è mai verificata. E dove la produzione di miele è diventata un’esportazione chiave del paese.
7.200 tonnellate, rigorosamente bio: questa la portata della produzione di miele a Cuba nel 2014. Un record per l’isola, che ha fatto schizzare il prodotto al quarto posto per valore nella lista delle esportazioni agricole del paese, dietro pesce, tabacco e rum, ma davanti a zucchero e caffè. Ad affermarlo è Theodor Friedrich, rappresentante a Cuba della Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura.
Con l’embargo degli Stati Uniti e l’assenza di produttori di pesticidi in loco, il governo cubano è stato praticamente costretto a praticare l’agricoltura biologica. Questo ha consentito di mantenere liberi da veleni e ricchi di biodiversità i pascoli a disposizione delle api mellifere.
“Tutto il miele cubano può essere certificato come biologico. Ha un gusto molto specifico, tipico; in valore monetario, si tratta di un prodotto di fascia alta”, ha detto Friedrich, nel corso di un’intervista rilasciata alla Thomson Reuters Foundation. La gran parte delle esportazioni cubane di miele raggiunge l’Europa, ma ora che le maglie dell’embargo statunitense si sono allargate grazie agli sforzi diplomatici dell’amministrazione Obama, gli apicoltori si aspettano un’ulteriore crescita delle esportazioni, se il governo li saprà sostenere. I piccoli produttori di miele, infatti, vendono l’intera loro produzione al governo, che la paga in base al prezzo del mercato mondiale, e che si assume, poi, la responsabilità di commercializzare il prodotto all’estero.
Friedrich ha concluso l’intervista alla Thomson Reuters Foundation sottolineando come il comparto cubano dell’apicoltura senza pesticidi, oltre a rappresentare una risorsa economica importante per l’isola, possa agire a livello globale da protezione contro i problemi che colpiscono gli altri esportatori di miele, messi a dura prova dal declino che sta interessando buona parte delle popolazioni di api.
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