L’amministrazione Usa ha sospeso le domande per l’immigrazione delle persone provenienti da 19 paesi. Nel frattempo vanno avanti le retate nelle città.
Limitazioni a viaggi, commercio e trasferimenti finanziari. Donald Trump ha annunciato una serie di pesanti sanzioni contro l’isola di Cuba.
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato nella giornata di mercoledì 17 aprile la volontà di inasprire la pressione economica del proprio paese nei confronti di Cuba. Il miliardario americano, infatti, nonostante lo storico riavvicinamento tra il governo dell’isola e Washington avvenuto nel corso del mandato di Barack Obama, ha deciso di imporre nuove limitazioni ai viaggi e ai trasferimenti di denaro tra le due nazioni.
Facendo appello alla “difesa della democrazia e dei diritti umani” in America Latina, Trump ha dunque deciso di operare un cambiamento di approccio diametrale rispetto al suo predecessore alla Casa Bianca. E, anche da un punto di vista simbolico, ha scelto di annunciarlo nello stesso giorno in cui, nel 1961, l’esercito americano tentò di invadere Cuba alla Baia dei Porci.
In particolare, secondo quanto riferito dal ministro degli esteri americano Mike Pompeo, a partire dal prossimo 2 maggio verrà applicato il capitolo III della legge Helms-Burton del 1996. Sospesa da più di due decenni da tutti presidenti americani (democratici e repubblicani), la norma consente di denunciare presso i tribunali federali le imprese che lavorano con società cubane nazionalizzate dopo la Rivoluzione del 1959.
“Si tratta di un attacco al diritto internazionale e alla sovranità degli Stati terzi”, ha replicato il ministro cubano degli Affari esteri Bruno Rodriguez. Il governo de L’Avana ha anche lanciato un appello alla comunità internazionale e ai cittadini statunitensi affinché lavorino per “arrestare l’escalation irrazionale e la politica di ostilità e di aggressione dell’amministrazione Trump”. Meno dure, ma altrettanto negative, le reazioni dell’Unione Europea e del Canada che hanno giudicato “deplorevole” la decisione di Washington.
#Cuba reitera su firme determinación de enfrentar y prevalecer ante las nuevas agresiones de #EEUU. Realizamos un llamado a la comunidad internacional y a los ciudadanos estadounidenses para detener la escalada irracional y la política de hostilidad del presidente Trump.
— Bruno Rodríguez P (@BrunoRguezP) 18 aprile 2019
La commissaria europea al Commercio, Cecilia Malmström, il capo della diplomazia comunitaria Federica Mogherini e la ministra di Ottawa Chrystia Freeland hanno sottolineato l’impatto che la politica americana avrà sulle imprese del Vecchio continente e del Canada. È per questa ragione che il contenzioso potrebbe essere portato sul tavolo dell’Organizzazione mondiale del commercio.
A ciò si aggiungono la decisione di limitare i viaggi effettuati per ragioni non familiari verso Cuba e quella di imporre un tetto di mille dollari a trimestre ai trasferimenti di denaro dagli Stati Uniti verso l’isola. Il che rappresenta un colpo durissimo hai familiari di coloro che sono emigrati. Senza dimenticare che Washington anche inserito numerose aziende cubane nella lista nera di quelle che non possono beneficiare di trasferimenti finanziari diretti.
A farne le spese, in questo caso, sarà soprattutto la Gaviota, impresa attiva nel settore del turismo. Infine, dal momento che gli Stati Uniti accusano le autorità cubane di sostenere Nicolas Maduro in Venezuela, il governo di Donald Trump ha al contempo annunciato sanzioni contro la banca centrale di Caracas.
11/ And most of these politicians haven’t even visited Cuba. Go for yourself and see the poverty that our policies exacerbate, and the extraordinarily kind, generous, and vibrant Cuban people and then look in the mirror.
— Ben Rhodes (@brhodes) 17 avril 2019
Ben Rhodes, ex alto consigliere di Barack Obama, ha parlato senza mezzi termini su Twitter di un “abominio”: “I cubani soffrono da decenni a causa del fatto che troppi parlamentari americani tentano di mostrarsi come dei duri sulla loro pelle”.
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