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Rappresentanti dei musei di oltre 130 paesi si sono ritrovati a Milano per affrontare temi caldi, come tutela dell’ambiente, migrazioni, traffici di beni rubati. Se ne parla a Icom Milano 2016
Sbandieratori e personaggi in costume quattrocentesco, un ricco buffet vegetariano, un concerto della Civica orchestra di fiati e musei aperti tutta la sera: sono stati accolti così i rappresentanti dei musei del mondo presenti questa settimana a Milano per la 24esima edizione del convegno Icom Milano 2016 che si svolge al MiCo – Milano congressi – fino al 9 luglio prossimo.
Centina di persone, provenienti da oltre 130 paesi, si sono ritrovate stasera nei cortili e nelle sale del Castello Sforzesco per chiacchierare di musei e paesaggi culturali, tema “caldo” dell’evento di quest’anno.
Dopo l’inaugurazione ufficiale alla presenza del Ministro dei Beni e delle attività culturali Dario Franceschini, del Sindaci di Milano Beppe Sala e del Presidente Icom Hans Martin Hinz, la sera del 4 luglio è toccato Filippo del Corno, assessore alla Cultura del Comune di Milano, a Claudio Salsi, direttore del settore Soprintendenza del Castello, Musei archeologici e Musei storici del Comune di Milano fare da padroni di casa.
Ma perché questo convegno è tanto importante?
Icom, cioè l’International Council of museums, è un’organizzazione internazionale che mette insieme i musei di tutto il mondo e i professionisti del settore, li fa dialogare e interagire. Nasce esattamente 70 anni fa, nel 1946, con l’obiettivo di preservare, garantire la continuità e comunicare il patrimonio mondiale, culturale e naturale, materiale e immateriale. Un principio che in sé – le persone più attente se ne saranno accorte – è molto simile a quello contenuto nella definizione di Sviluppo sostenibile.
Secondo i dati del sito internazionale Icom aggiornati al 2015, attualmente i membri dell’organizzazione sarebbero oltre 35.000, diffusi in 136 Paesi su 5 continenti, riuniti in 119 commissioni nazionali e 30 internazionali con oltre 20 organizzazioni internazionali affiliate. E cosa fanno? Stabiliscono, per esempio, delle linee guida per far fronte al traffico illecito di beni culturali che finanzia le organizzazioni terroristiche, mappano i beni a rischio in zone di guerra, affrontano problemi etici, legati all’inclusione sociale, all’integrazione e molto altro ancora. Per questo hanno sviluppato uno strettissimo rapporto con Unesco e Interpol.
In più, Icom è anche membro fondatore della Commissione internazionale dello Scudo Blu, cioè il simbolo usato per identificare i beni culturali in pericolo in zone di guerra in base alla Convenzione dell’Aja del 1954 (applicata per la prima volta grazie a un nostro militare-archeologo, Fabio Maniscalco, deceduto nel 2008 a causa della sindrome dei Balcani).
Ogni tre anni, ogni volta in un paese diverso, i membri Icom si riuniscono in un convegno tematico. Quest’anno la città ospitante è Milano e l’argomento è, appunto, “Musei e paesaggi culturali”: durante questa intensa settimana di incontri, working group e conferenze, saranno affrontati, tra gli altri, temi legati alla tutela del patrimonio culturale per fronteggiare i disastri ambientali, il ruolo sociale dei musei nelle migrazioni, il dialogo tra musei e territorio, gli ecomusei.
Il ricchissimo programma dell’evento è scaricabile da qui.
Per chi desiderasse seguire gli eventi sui social, ecco link e hashtag ufficiali:
#ICOMilano2016
@Icom_Italia
#ICOMilano2016
@icomilano2016
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