Dadi Janki. Insegnare la pace a partire da s

Intervista a Dadi Janki, leader spirituale dell’universit

Non occorrono grandi discorsi, parole auliche e complicati
ragionamenti per toccare il cuore e ridare forza a quella scintilla
silenziosa e sempre viva che in ognuno di noi proviene dalla luce e
alla luce anela. E’ stato con parole semplici, con un sorriso
antico, con occhi brillanti e vivaci ricchi dei loro 87 anni di
vita che Dadi Janki ha incontrato – nel giugno del 2003 – a Bologna
e a Milano, un pubblico lieta di vederla in Italia.

Dadi Janki è una donna che ha dedicato
la sua vita al servizio dell’umanità e lavora
instancabilmente per la pace nell’ambito della
Brahma Kumaris World Spiritual University, di
cui è co-direttrice mondiale, un progetto nato in
India
nel 1937, con l’obiettivo di venire incontro
alle necessità dell’umanità contemporanea, spesso
confusa e sofferente, facilitando lo sviluppo di una maggiore
consapevolezza.
Dadi colpisce per la sua vitalità e senso dell’humor,
risvegliando ricordi ancestrali di quando le persone anziane erano
ancora depositarie della
saggezza e sapevano dispensarla con affetto e
spontaneità.

Quale deve essere uno dei nostri primi obiettivi nel
percorso di

crescita personale e
spirituale?
Self mastery, lo sviluppo della padronanza
di se stessi. Per apprezzare ciò che la vita mi offre, devo
conquistare un nuovo modo di vedere le cose. Al mattino mi alzo
irritato per le incombenze da svolgere o grato per il fatto di
andare incontro a un nuovo giorno? E’ solo una questione di
atteggiamento, che può essere coltivato sviluppando la
fiducia in quanto c’è di buono in noi e in ogni singolo
essere. Un momento di chiarezza e di connessione con se stessi e
con i propri valori, prima di immergerci nella frenesia della
giornata, ci insegna a guardarci dentro, a vedere pensieri ed

emozioni e riconoscere che siamo noi a
crearli.
Scegliendo quali coltivare scegliamo con quale
atteggiamento affrontare ogni situazione.

In questo momento della storia dell’umanità quale
qualità abbiamo bisogno di sviluppare?
La
concentrazione è la chiave per diffondere la tolleranza. Con
la crescita vertiginosa dei
ritmi di vita, i nostri occhi e la nostra
mente si sono abituati a un susseguirsi sempre più rapido di
immagini e di idee. L’eccessiva stimolazione esterna ha portato
alla diminuzione della capacità di concentrazione, di
centratura, di riflessione consapevole. Questo porta la gente a

sfogare impulsi ed emozioni senza mediazione,
questo diminuisce la tolleranza, aumenta la violenza per le strade,
negli uffici e nelle case. Quando rieduco la mente a mantenere
interiormente un ritmo più tranquillo e lascio spazio alla
percezione di me stesso, di ciò che voglio e dei miei
valori, aumenta la mia capacità di comprensione e di
discernimento. Così posso prendere decisioni in modo
responsabile e tutta la mia esistenza ne trae giovamento.

Che cosa è la felicità?
E’ quello che sperimento quando faccio un dono. Felicità
è essere padrone della mia mente e dei miei sensi. E’ il
tempo speso in un modo che ne valga la pena, è quando
mantengo il pensiero elevato. E’ rispetto di sé, saper

essere consapevole, voler vedere i punti di
forza degli altri invece che quelli deboli. Quando c’è
felicità in me la tristezza non mi può invadere e, se
ho fatto un errore, non rimango intrappolato nel rimorso, ma mi
attivo per correggerlo. La vera felicità cresce dentro e non
può essere portata via.

Che cosa possiamo fare di utile, in questo momento di
grande disagio, per chi ancora non si sentono pronto a scegliere un
percorso di ricerca spirituale?

Creare occasioni in cui ci sia una buona atmosfera e buone
vibrazioni.
Condividere idee, doni ed esperienze,
stimolare alti pensieri, stare vicini alla
gente. Quando noi
trasformiamo la nostra vita e stiamo vicini
agli altri, anche se non parliamo di
yoga e di
meditazione
, gli altri sentiranno che in noi
c’è qualche cosa di diverso, si sentiranno ispirati e
verranno a sperimentare la pace.

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