Si chiamava Saly, aveva cinque anni. Nello scatto vincitore del World press photo 2024, il concorso di fotogiornalismo più importante al mondo, non si vede un centimetro del suo corpo senza vita. E non si vede nemmeno il volto della zia, Ines Abu Maamar, che lo stringe forte a sé. Mohammad Salem, fotografo dell’agenzia Reuters,
Gino Girolomoni. Un avvenire di terra, natura e biologico
Se ne va uno dei pionieri del biologico in Italia. Un uomo religiosamente dedito alla terra – alla Terra – con amore profondo, conoscenza, energia infinita. La sua scomparsa sottrae qualcosa a tutti noi, a LifeGate.
Si è spento la mattina del 16 marzo 2012, all’età di
66 anni. Ma la parola “spento” è sbagliata. Il senso di
scomparsa che s’accompagna sempre alla perdita di una persona nota,
conosciuta, stimata, amata, in questo caso non sarebbe condiviso da
lui stesso, così profondamente credente nella
vitalità della Terra da non concepire nemmeno il dubbio che
la sua possa in nessun modo dissolversi. Il suo messaggio,
l’energia, l’ispirazione.
Nato nel 1946 a Isola del Piano, sulle splendide colline di Urbino,
Gino Girolomoni è stato uno dei precursori italiani del
biologico dedicando tutta la sua vita all’agricoltura.
A ventitré anni incontra, e se ne innamora, il monastero di
Montebello, che acquista, indebitandosi, con l’obiettivo di ridare
vita alla struttura e un nuovo impulso all’economia locale,
ricostruendo strade, case, coltivando campi e producendo cibi con
un metodo di coltivazione che non fa danni all’ambiente. “Volavano
i falchi, sopra il Monastero di Montebello, numerosi, quando ci
arrivai la prima volta. Il luogo mi attraeva più di una
donna bella, anche se era circondato da un silenzio inesorabile che
non voleva arrendersi al nulla” ha scritto Girolomoni in uno dei
suoi libri.
Il suo progetto di “ricostruzione” parte nel 1971 e prosegue nel
1977 con la nascita della Cooperativa Alce Nero, una delle prime
esperienze agrobiologiche italiane, producendo e commercializzando
una vasta gamma di alimenti biologici, pasta, farina, riso, legumi,
cereali, cous cous, passata di pomodori, sughi, creme di frutta,
olio extravergine di oliva e caffè.
Grazie al lavoro e all’impegno di Girolomoni e dei suoi
collaboratori, pian piano viene recuperato l’intero territorio,
abbandonato da decenni. Sull’onda del successo della Cooperativa
Alce Nero numerosi agricoltori scelgono di tornare in questa
splendido territorio e riprendere la loro attività. Nuove
opportunità lavorative vengono offerte anche ad altri
giovani del luogo.
Una crescita continua che arriva, insieme ai suoi 30 soci e 35
dipendenti, a 7 milioni di fatturato nell’ultimo anno, derivante
dalla vendita di soli prodotti biologici.
All’attività produttiva si affianca una continua politica di
qualità e ricerca che ha creato, negli anni, quella immagine
di alta e consolidata serietà che caratterizza ovunque le
produzioni della cooperativa, oggi messe in vendita con il nuovo
marchio “Montebello®”.
Profondo credente e conoscitore della Bibbia, Girolomoni ha
dedicato la sua vita all’agricoltura biologica e alla lotta contro
gli OGM e qualsiasi “brevettabilità delle forme viventi”,
considerandoli forme di “delirio di onnipotenza” da parte
dell’uomo.
Alla sua vita imprenditoriale, Gino Girolomoni ha affiancato una
significativa esperienza politica locale che lo ha visto per 10
anni (dal 1970 al 1980) sindaco di Isola del Piano, e un’opera di
scrittore di libri, che spaziano dalle… ricette bio alla
saggistica più impegnata, da “Maccheroni acqua e farina” a
“Alce Nero grida. L’agricoltura biologica, una sfida culturale”.
Grazie (anche) a tutto questo, il suo messaggio resterà
vivo.
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