Dopo un periodo di relativa tregua, ad aprile la deforestazione nell’Amazzonia brasiliana ha segnato un +43 per cento rispetto allo stesso mese del 2020.
Nei primi quattro mesi del 2021 sono andati distrutti 1.157 chilometri quadrati di Amazzonia brasiliana, l’equivalente della superficie di Los Angeles. Si tratta del 4 per cento in meno rispetto all’anno scorso. Dopo tre mesi caratterizzati da un tasso di deforestazione più contenuto rispetto a quello del 2020, però, destano una certa preoccupazione i dati di aprile, con un +43 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. È quanto emerge dalle rilevazioni preliminari diffuse da Inpe, l’agenzia nazionale per le ricerche spaziali che si occupa anche di monitorare da satellite le condizioni dei polmoni verdi del Pianeta.
Arriva la stagione secca, la più rischiosa per l’Amazzonia brasiliana
Questi numeri divergono rispetto a quelli diffusi da Imazon. Secondo l’istituto di ricerca indipendente, infatti, la deforestazione nell’Amazzonia brasiliana è in aumento da otto mesi consecutivi e a fine marzo superava del 33 per cento i livelli del 2020. Queste discrepanze si possono spiegare con l’adozione di metodi di calcolo differenti, spiega Mongabay.
URGENTE: Alertas de desmatamento na Amazônia em abril foram os maiores da série histórica (desde 2016). De acordo com o Deter, do @inpe, foram devastados 580,5 km2 até o dia 29, ante 407,2 km2 em abril de 2020, alta de 42,5%. A imagem mostra os dados do mês nos últimos anos + pic.twitter.com/DBRIt9qYRx
Resta il fatto che la curva sta tornando a salire proprio mentre si avvicina la stagione secca che dura da maggio a ottobre. Si tratta di un periodo particolarmente critico perché l’assenza di piogge favorisce il propagarsi degli incendi che ogni anno divorano migliaia di ettari di vegetazione. Nel 2020, per esempio, nel solo mese di giugno è andata distrutta una superficie forestale maggiore rispetto a quella dei primi quattro mesi dell’anno messi insieme.
Anche il presidente del Brasile Jair Bolsonaroha preso parte al summit globale organizzato dagli Stati Uniti per l’Earth Day 2021. Nell’occasione ha fatto una promessa eclatante: azzerare la deforestazione non autorizzata entro il 2030, il che basterebbe per dimezzare le emissioni dell’intero paese. Chiedendo, al tempo stesso, il sostegno finanziario da parte dell’amministrazione di Joe Biden. La situazione si fa quindi delicata anche a livello politico. “Se la deforestazione tornerà a salire, se vedremo di nuovo incendi in Amazzonia tra agosto e settembre di quest’anno, sarà più difficile per gli Usa continuare le trattative con il Brasile”, ha fatto notare a Reuters Anya Prusa, ricercatrice del Wilson center di Washington.
L’anno scorso sono state rimosse oltre 200 dighe in Europa per ripristinare le rotte migratorie dei pesci, tutelando biodiversità e resilienza climatica.
Le fonti di energia alternativa abbinano a una tecnologia affidabile, dei ridotti costi di gestione e manutenzione, oltre a non emettere emissioni di CO2.
Gli incendi in Siberia hanno già provocato la morte di almeno dieci persone; le fiamme si propagano velocemente per i forti venti nella Russia orientale.
La Germania dice no all’inclusione del nucleare tra gli investimenti sostenibili della tassonomia verde. Ma servono 20 stati contrari per bocciare l’atomo.
A quattro mesi e mezzo dall’inizio dell’anno, il nostro paese ha già consumato tutte le risorse che il Pianeta ha da offrirgli. Il 15 maggio 2022 è l’Overshoot day d’Italia.
Sono ben 210 le località rivierasche e 82 gli approdi turistici dichiarati Bandiere blu tra le quali italiani e turisti stranieri potranno scegliere di trascorrere l’estate 2022.