Grazie all’analisi del dna degli elefanti è stato completato un sequestro multimilionario di avorio

Tre milioni di euro in avorio, corni di rinoceronte e squame di pangolini sono stati sequestrati negli Stati Uniti e nella Rdc grazie all’analisi del dna degli elefanti.

  • L’analisi del dna degli elefanti ha permesso di portare a termine un sequestro da tre milioni di euro.
  • Due persone sono state accusate di aver contrabbandato diversi chili di avorio, corni di rinoceronti e squame di pangolini negli Stati Uniti.
  • Le autorità sono risalite ai trafficanti grazie a un database con il dna contenuto nell’avorio di precedenti sequestri.

Analizzare il dna degli elefanti per fermare i bracconieri. È la nuova strategia che ha permesso alle autorità degli Stati Uniti e della Repubblica Democratica del Congo di concludere un sequestro multimilionario di oltre una tonnellata di avorio appartenente a elefanti africani (Loxodanta africana), corni di rinoceronte bianco (Ceratotherium simum) e squame di pangolini.

L'avorio contrabbandato
Due persone avrebbero contrabbandato oltre venti chili di avorio, nascondendolo in una spedizione di legno di ebano, e due chili di corni di rinoceronte © Dipartimento della sicurezza interna degli Stati Uniti/Twitter

Un sequestro da tre milioni di euro

Due persone sono state arrestate a Edmonds, vicino a Seattle, nello stato di Washington, con l’accusa di cospirazione, riciclaggio di denaro sporco, contrabbando e violazione del Lacey act (una legge statunitense promulgata per prevenire il traffico di fauna selvatica e di specie vegetali).

I due avrebbero contrabbandato oltre venti chili di avorio, nascondendolo in una spedizione di legno di ebano, e due chili di corni di rinoceronte. Secondo l’accusa, sarebbe coinvolto anche un intermediario attraverso il quale avrebbero venduto quasi 25 chili di squame di pangolini. Ma il volume del loro business sembrerebbe essere nettamente più elevato. Stando a quanto dichiarato dal Dipartimento della sicurezza interna, i due uomini avrebbero dovuto negoziare la vendita di più di due tonnellate di avorio, di una tonnellata di squame e di diversi corni di rinoceronte ancora intatti.

Dopo l’arresto, una task force nella Rdc ha concluso un altro sequestrato a Kinshasa, la capitale, di oltre novecento chili di avorio e 34 di squame, per un totale di circa tre milioni di euro.

Il più grande database di dna di elefanti al mondo

Il punto di forza di quest’indagine è stata però la tecnica con la quale le autorità sono riuscite ad arrivare ai trafficanti. Da circa dieci anni, il Dipartimento della sicurezza interna degli Stati Uniti collabora con l’Università di Washington per campionare e analizzare il dna estratto dall’avorio e dallo sterco degli animali.

In questo modo, i ricercatori hanno creato il più grande database di dna al mondo di avorio proveniente da sequestri. Grazie ai dati in loro possesso, sono riusciti a ricostruire una mappa delle diverse popolazioni di elefanti dell’Africa, con un raggio di precisione di 300 chilometri. Una mappa che si è rivelata essenziale durante questa operazione perché è proprio grazie al confronto con alcuni campioni prelevati in passato che gli agenti sono riusciti a risalire alla provenienza dell’avorio.

“Questi animali vivono in momenti e in spazi diversi e così accumulano mutazioni che li rendono riconoscibili gli uni dagli altri. E anche molto tracciabili”, ha raccontato alla Cnn Sam Wasser, direttore esecutivo del Centro di scienze forense ambientali (Cefs) all’Università di Washington. Infatti, molto spesso l’avorio di un singolo elefante viene spedito durante operazioni di contrabbando diverse.

Come ha sottolineato anche Wasser, indagare sui crimini di natura può contribuire a fermare anche altre reti criminali, perché molto spesso, gli stessi responsabili del traffico di fauna selvatica sono coinvolti anche nel traffico di droga, di armi e di persone.

Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

L'autenticità di questa notizia è certificata in blockchain. Scopri di più
Articoli correlati
Un olivastro di migliaia di anni in Sardegna è arrivato terzo agli European Tree of the year awards 2024

Sale sul podio l’olivastro millenario di Luras, in Sardegna, nell’ambito del prestigioso riconoscimento European tree of the year 2024: l’albero italiano ottiene il terzo posto, dietro a “The weeping beach of Bayeux” in Francia e al vincitore “The heart of the garden” in Polonia, quest’ultimo accreditato con quasi 40.000 voti. European Tree of the year